Modellini auto

Manutenzione modellini: il mini restauro per averli sempre splendenti e senza corrosione

La manutenzione dei modellini è un’operazione da effettuare con cura. Le automobili reali, solitamente, si deteriorano a causa dei chilometri percorsi, degli agenti atmosferici e degli urti. Sembrerà strano ma anche i nostri amati automodelli da collezione, che godono di un’esistenza […]

La manutenzione dei modellini è un’operazione da effettuare con cura. Le automobili reali, solitamente, si deteriorano a causa dei chilometri percorsi, degli agenti atmosferici e degli urti. Sembrerà strano ma anche i nostri amati automodelli da collezione, che godono di un’esistenza felice immobili nelle vetrinette, al riparo dalla circolazione stradale, dalla pioggia e dal sole, possono danneggiarsi fino all’autodistruzione.

Non parlo di cadute accidentali ma di vere e proprie carenze costruttive dovute, a volte, ad economie sui materiali utilizzati, anche su prodotti di fascia alta. Vediamo di seguito le principali cause di decadimento delle automobili in miniatura, partendo da ciò che è a contatto con il suolo, vale a dire le ruote.

Manutenzione modellini: le gommine

I modelli concepiti per i collezionisti vantano nella maggior parte dei casi la riproduzione dello pneumatico realizzata in gomma morbida e del cerchio in metallo, plastica o resina. Può capitare, a volte, che a causa del contatto prolungato s’inneschi una reazione chimica tra la gommina ed il cerchione in plastica, a causa d’incompatibilità di materiali, che porta alla liquefazione di gommina e cerchio, o solo uno dei due.

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Casi significativi sono quelli di certi lotti di produzione di automobili in scala 1/24 della spagnola Nacoral negli anni ’70, della francese Solido sempre negli stessi anni e dell’italiana Dugu verso la fine del decennio precedente. A volte non è il materiale del cerchione a reagire con lo pneumatico ma la vernice che lo ricopre, che tende a sciogliersi e sbava colando sulla spalla del copertone; fenomeno che ha colpito alcune riproduzioni da edicola  d’epoca abbastanza recente, oltre a die-cast da negozio.

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Per la nostra manutenzione dei modellini sarebbe meglio dare, subito dopo l’acquisto, una mano di trasparente acrilico alla parte di cerchio a contatto con la gomma, in modo che faccia da isolante. Altre problematiche relative alle ruote riguardano l’invecchiamento delle gomme, che possono indurirsi o tagliarsi; a volte, se il modello è serrato troppo stretto alla basetta, possono ovalizzarsi nel punto di contatto con il supporto. Può anche capitare che gomma e basetta si sciolgano diventando un blocco unico per una reazione del tutto simile a quella tra pneumatico e cerchio. A volte le gommine possono rilasciare un liquido oleoso.

I difetti della carrozzeria dei modellini

Passiamo ora alla carrozzeria durante la nostra manutenzione dei modellini. I cosiddetti die-cast l’hanno in metallo pressofuso, che altro non è che zamak, una lega composta da zinco, alluminio, rame, magnesio ed antimonio. Tale lega è stata introdotta verso la fine degli anni ’20 del secolo scorso ed ha il vantaggio di poter essere iniettata a pressione negli stampi, è abbastanza economica, si fonde a temperature relativamente basse e permette un ottimo dettaglio dei particolari più minuti; l’ideale quindi per produrre le nostre macchinine, sulle quali s’è diffusa nel secondo dopoguerra.

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Purtroppo impurità nella lega, in particolare la presenza di ferro, una temperatura di fusione troppo bassa, scorie ed altro portano ad un prodotto di qualità scadente che col tempo si… slega, diventando friabile come un biscotto fino a rompersi. Forse qualcuno dei lettori più anziani ricorda le famigerate maniglie e modanature della Fiat 1400, che sottoposte ad umidità, sbalzi termici e luce solare soffiavano di questa problematica, conosciuta con il nome di metal-fatigue.

Per quanto riguarda l’automodellismo il fenomeno era noto soprattutto nel settore degli obsoleti, limitato a certi Dinky Toys ed alle riproduzioni di vetture anteguerra della Rio e della Dugu degli anni ’60-’70. E’ andato poi sparendo, anche in seguito a normative e specifiche ben precise per ottenere una lega di qualità, salvo colpire alcuni  modelli di fine anni ’80 e primi ’90, come le famigerate Alfa 33 dell’italiana ARS, alcune Volvo della spagnola Pilen o in scala 1/24 certe riproduzioni della Polistil come la Regata.

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Con lo spostamento della produzione in Cina e lo sviluppo dei die-cast low cost, che hanno aperto il mercato delle automobiline al settore editoriale, il metal fatigue è tornato alla ribalta a partire dagli anni 2000. Sono stati particolarmente colpiti dei lotti della produzione della francese Norev, sia riservati all’edicola sia ai negozi di modellismo, passando per i promozionali per le case automobilistiche. Il fabbricante è corso ai ripari prima sostituendo i modelli danneggiati, pratica non sempre andata a buon fine, poi allestendo una propria fabbrica in Cina e non facendo più produrre da ditte che lavorano conto terzi.

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Altre riproduzioni illustri vittime recenti della peste dello zamak sono alcuni 1/24 della Quattroruote Collection. Non sono esenti da questo fenomeno anche produttori premium come Schuco, Minichamps ed Auto-Art. Il metal fatigue si riconosce per delle screpolature superficiali della vernice, deformazioni o allungamenti, fino a manifestare una ragnatela di crepe che porta alla distruzione della nostra amata in scala ridotta. Purtroppo non c’è alcuna manutenzione dei modellini che possa curare questa malattia, anche se esposizione a polvere, ambienti umidi, luce solare diretta possono accelerare il processo di autodistruzione. Sul metal fatigue si sono scritti veramente fumi di parole, sia su riviste di settore come Modelli Auto della Duegi, che sui forum specializzati italiani e stranieri.

La puntinatura della vernice

Veniamo ora ad un difetto fastidioso ma puramente estetico, che non compromette l’integrità delle nostre automobiline. Nell’ultimo decennio si è abbastanza diffuso il fenomeno detto della puntinatura della vernice, che col tempo tende a perdere di lucentezza ed a manifestare appunto delle imperfezioni superficiali, generalmente puntini, ma in casi più gravi anche bolle. Il fenomeno colpisce un po’ tutti i produttori di die-cast, compresi marchi premium come Minichamps, ed è particolarmente evidente sulle tinte pastello, molto meno diffuso sui metallizzati.

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E’ molto probabilmente imputabile al metallo non adeguatamente sgrassato prima della fase di verniciatura, che col tempo rilascia impurità che regiscono con la vernice stessa;  il fenomeno è aggravato dal fatto che quasi tutti i produttori, a parte rare eccezioni dovute a colori particolari, non fanno uso di primer o fondi prima della stesura della tinta definitiva.  In questo caso l’unica manutenzione dei modellini possibie, ma è un rimedio temporaneo, è quello di sottoporre la nostra “piccola auto” ad un processo di lucidatura con polish o cere per carrozzeria, facendo ben attenzione a non danneggiare particolari tampografati come modanature e scritte, o la vernice stessa.

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Non preoccupatevi perché si tratta sempre di difetti limitati a certi lotti di produzione, che riguardano una minoranza delle automobiline prodotte. Se vi capita di acquistare un modellino datato in negozio o ad una borsa scambio analizzatelo bene; con l’esperienza poi saprete quali sono le riproduzioni maggiormente colpite. Più difficile valutare il modello in caso di acquisto online; in linea di massima è meglio diffidare da venditori che pubblicano foto poco nitide, sfocate e con risoluzione troppo bassa, che rendono complicato capire eventuali problematiche. Cercate poi d farmi mandare foto dettagliate per valutare meglio il prodotto.

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