Nel primo semestre del 2025, Polestar ha venduto solo 69 auto in tutta la Cina. Un dato che, da solo, racconta lo stato comatoso di un marchio che in quel mercato non riesce più a respirare. Il dato è ancora più eclatante se si considera che ad aprile e maggio le vendite sono state pari a zero.
Nessuna unità. Zero. Nemmeno una.
Una presenza ridotta al minimo nel mercato più grande per le elettriche

Polestar, marchio elettrico nato da una costola di Volvo, è controllato dal colosso cinese Geely. Ma nemmeno questa parentela industriale è riuscita a garantirgli un canale privilegiato nel più grande mercato di veicoli elettrici al mondo.
Oggi in Cina resta un solo showroom, a Shanghai. Gli ordini online non sono più disponibili, le prove su strada si svolgono solo su appuntamento, e la joint venture con il partner locale Star Meizu si è dissolta ad aprile. Il marchio sembra sopravvivere in una forma quasi simbolica, e l’assenza di una rete commerciale attiva ha trascinato con sé anche i numeri di vendita.
Mentre Polestar si ritira, il mercato cinese degli EV è in piena espansione. Ma è una crescita dominata dai marchi locali, con margini sempre più stretti per le case estere. I numeri negativi di Polestar non sono un caso isolato: anche altri brand europei, come Porsche, stanno registrando un calo importante nelle vendite cinesi, nonostante performance record in altri continenti.
Il futuro è lontano da Pechino

Nel resto del mondo, però, il quadro è diverso. Polestar ha venduto 30.319 veicoli a livello globale nel primo semestre. A livello di numeri assoluti non si tratta di una cifra strabiliante, ma va detto che le ha permesso un incremento del 51% rispetto allo stesso periodo del 2024. A sostenere questa traiettoria positiva, anche un nuovo investimento di 200 milioni di dollari da parte di Geely, che conferma la fiducia nella solidità del progetto.
La gamma si espande: la Polestar 4 è già in vendita negli Stati Uniti, mentre sono attesi la berlina Polestar 5, la roadster Polestar 6 e Polestar 7, un SUV compatto. Il marchio ha anche annunciato un cambio di strategia commerciale: dalla vendita diretta si passerà a una rete più tradizionale di concessionari.
Il caso Polestar mostra come le difficoltà in Cina evidenziano i limiti nel competere con un ecosistema domestico iper-competitivo e protetto.