La Svizzera si prepara a introdurre una tassa sulle auto elettriche a partire dal 2030. Il Consiglio federale ha presentato due opzioni per un nuovo prelievo destinato a compensare la perdita di entrate derivanti dall’imposta benzina, che oggi finanzia l’intera rete stradale federale.
Il ministro dei trasporti Albert Rösti ha avviato la consultazione pubblica sui progetti, che resterà aperta fino al 9 gennaio 2026.
“Senza contromisure, la manutenzione delle strade diventerà precaria dal 2040”
Poiché la misura richiede una modifica costituzionale, la decisione finale spetterà al popolo svizzero. Al momento sono allo studio due ipotesi.
La prima opzione prevede una tassa per chilometro percorso, variabile in base alla tipologia e al peso dell’automobile. In media, la tariffa sarebbe di 5,4 centesimi al chilometro, pari a 5,40 franchi per 100 chilometri. Per il rilevamento dei dati, i proprietari potranno scegliere tra autodichiarazione o misurazione via GPS.
La seconda proposta riguarda una tassazione sull’energia di ricarica. In questo caso, verrebbe applicata una tariffa di 22,8 centesimi per chilowattora sia nelle stazioni pubbliche che private. Con un consumo medio di 20 kWh per 100 km, il costo per gli automobilisti sarebbe di 4,56 franchi.
Reazioni contrastanti
Le due ipotesi hanno suscitato forti reazioni nel mondo dell’automotive. L’associazione Auto Svizzera ha definito la misura un “chiodo nella bara per la mobilità elettrica”, temendo un ulteriore rallentamento delle vendite di auto elettriche, già stagnanti. Secondo l’organizzazione, la tassa metterebbe a rischio gli obiettivi climatici fissati dal Paese.
Il Verkehrs-Club Schweiz (VCS) condivide il principio di un contributo equo ai costi stradali da parte dei proprietari di auto elettriche, ma chiede un’introduzione graduale per evitare un impatto negativo sulla transizione energetica. Anche il TCS concorda sull’equità del principio, sottolineando però che il prelievo non deve tradursi in nuove entrate per lo Stato, ma in una redistribuzione equilibrata delle risorse.
Sul piano politico, il Partito Liberale Verde (GLP) ha definito la proposta una “guida contromano” e un “ostacolo alla mobilità elettrica”. Dal fronte industriale, Juice Technology, produttore svizzero di caricabatterie, parla di una “tassa mal concepita” che rischia di frenare l’innovazione e di danneggiare la reputazione del Paese come pioniere nella sostenibilità.
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