Primo piano del parabrezza di un'auto parcheggiata con un cartello “Compro auto” posizionato dietro il tergicristallo.

Truffa del bigliettino sul parabrezza: come funziona e come difendersi

Truffa del bigliettino sul parabrezza: come funziona davvero, quali rischi comporta e i consigli pratici per evitarla e proteggersi dai truffatori.

Basta parcheggiare l’auto per qualche ora, soprattutto nei centri urbani, per ritrovarsi un bigliettino plastificato sotto il tergicristallo. Frasi come “compro auto usate anche con fermo amministrativo” o “pagamento immediato in contanti” sembrano offerte comode per chi vuole vendere velocemente. Ma dietro questi messaggi si nasconde spesso un meccanismo studiato per raggirare i proprietari di auto.

Una dinamica semplice, ma pericolosa

I truffatori puntano sull’urgenza, su un linguaggio rassicurante e sull’assenza di formalità. L’obiettivo è concludere la trattativa nel giro di poche ore, convincendo il venditore a consegnare auto, chiavi e documenti in cambio di una somma in contanti. Ma è proprio qui che iniziano i problemi: molte vittime si sono accorte troppo tardi che parte delle banconote erano false o che il saldo promesso non è mai arrivato.

Soldi falsi e auto scomparse

Uno dei rischi maggiori è la consegna di denaro contraffatto. Alcuni venditori ricevono un acconto in contanti – apparentemente valido – e solo dopo scoprono che parte della cifra non ha alcun valore. Altri, più sfortunati, vedono la loro auto scomparire senza che il passaggio di proprietà venga mai effettuato, restando formalmente responsabili del mezzo.

Auto vendute all’estero

A Donoratico, una donna ha accettato un’offerta di 14mila euro per la sua auto. Ha ricevuto un acconto di 2mila euro in contanti e ha consegnato il veicolo. Il resto del pagamento sarebbe dovuto arrivare tramite bonifico, mai effettuato. Dopo giorni di silenzio, la vittima ha scoperto che i presunti acquirenti erano già noti per truffe simili. L’auto era destinata all’esportazione e il passaggio di proprietà non risultava effettuato. I due uomini sono stati denunciati.

Molti veicoli sottratti con questo schema vengono esportati verso paesi dell’Est Europa o dell’Africa. Le normative meno stringenti in alcune zone facilitano il riciclaggio di auto rubate o acquisite illegalmente. È una rete ben strutturata, che approfitta della buona fede di chi è disposto a vendere rapidamente.

Riconoscere i segnali d’allarme

I bigliettini sospetti sono spesso generici, senza loghi ufficiali, indirizzi fisici o riferimenti verificabili. Chi risponde al numero fornito trova spesso interlocutori disponibili solo via telefono o messaggistica istantanea, senza sede legale né documentazione fiscale. Offrono contanti e spingono per evitare ogni passaggio tracciabile.

Come tutelarsi

È importante non lasciarsi attrarre dalla fretta. Qualsiasi proposta di vendita deve essere verificata. Meglio preferire bonifici o assegni bancari, pretendere documenti identificativi dell’acquirente e firmare contratti chiari e tracciabili. Se l’interlocutore appare evasivo o rifiuta procedure formali, è un segnale da non sottovalutare.

I canali più sicuri per vendere l’auto

Affidarsi a concessionarie con presenza fisica o piattaforme online con recensioni e sistemi di pagamento sicuri è il metodo più prudente. Anche se può sembrare più macchinoso, garantisce il rispetto delle procedure e riduce il rischio di truffe. I pochi euro risparmiati rinunciando a un passaggio formale possono costare molto più caro.

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