Xpeng P7

Vi piace questa Tesla? E’ il clone Xpeng P7

Dove l'abbiamo già vista?

Pensavamo che l’era dei cloni cinesi fosse finita, la Xpeng P7 ci dimostra il contrario. E’ o non è uguale alla Tesla Model S? A pensar male ci si azzecca sempre, ma quando ci si trova anche un sito sfacciatamente “ispirato” a quello di Tesla, anche i dubbi diventano certezze.

Il caso è scoppiato grazie a Electrek, la cui redazione notoriamente pro-Tesla non ci è andata leggera. Veniamo allora a sapere che Tesla ha già avviato una causa contro Xpeng, una startup cinese di veicoli elettrici, proprio a causa delle “somiglianze” con Model S. I cinesi, imperturbabili, hanno praticamente “trollato” Elon Musk clonando anche il sito di Tesla.

xpeng tesla

L’anno scorso, Tesla ha avviato una causa contro Guangzhi Cao, un ingegnere che lavorata all’Autopilot di Tesla, che guarda caso è andato a lavorare per lo stesso tipo di intelligenza artificiale: Xpilot di Xpeng. Secondo Tesla, Cao avrebbe scaricato il codice sorgente del pilota automatico sul suo dispositivo personale tramite Airdrop per poi venderlo a Xpeng. Dal canto suo Cao ha sempre negato tutto, affermando di aver scaricato parti del codice sorgente, ma di averle cancellate prima di iniziare a lavorare per Xpeng.

C’è da dire che dal punto grafico i due sistemi sono simili, come si può vedere qui sotto, con differenze minime tra Autopilot e Xpilot:

Attenzione però, perchè Xpeng ha sempre affermato di utilizzare i codici open source rilasciati proprio da Tesla, e questo è completamente lecito. E andando a vedere i dati tecnici e le prestazioni della Model S con quelle della Xpeng p7, le due auto non sembrano così simili.

Rimane il fatto che la linea è quanto meno “ispirata” a Model S, dove le differenze si trovano principalmente nella parte inferiore del musetto e nella fiancata che non è “scolpita”.

Cosa succederà ora? Per quanto riguarda il sito probabilmente nulla mentre sull’andamento della causa legale si sa poco. I dati certi sono che per ora Tesla ha aperto una fabbrica in Cina, e sicuramente non vuole rischiare un “patatrac” con il Governo cinese, che dal canto suo pare vivere “male” la situazione con i clonatori seriali.