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C2Land: come funziona il sistema di atterraggio automatico per aerei

Come funziona?

C2Land: e se l’aereo fosse in grado di vedere la pista ed atterrare autonomamente? È questa sicuramente l’idea che è venuta in mente ad alcuni ricercatori della Università Tecnica di Monaco di Baviera. Grazie alla loro ricerca potrebbe nascere un nuovo metodo di atterraggio automatico.

Gli aerei di oggi, per effettuare un atterraggio di precisione in maniera automatica usano il sistema chiamato ILS, che, semplificando al massimo, grazie alla ricezioni di particolari frequenze, trasmesse dalla zona aeroportuale, e captate a bordo del velivolo, permettono allo stesso di allinearsi lungo un sentiero di discesa sicuro, fino a raggiungere la pista.

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Il nuovo sistema chiamato C2Land, ha dimostrato di poter funzionare in maniera eccellente a bordo di un aereo Diamond DA42, basandosi su un principio totalmente diverso. L’aereo era dotato di particolari sensori in grado di acquisire, potremmo dire quasi vedere, la posizione della pista e calcolare un corretto angolo di discesa.

Il tutto è stato ovviamente filmato e nel video si può chiaramente osservare l’aereo che passa in modalità Autoland e, si dirige in tutta sicurezza fino alla testata pista. Nelle ultime fasi del video, un riquadro dell’inquadratura mette in risalto le mani del pilota che rimangono per tutto il tempo dell’avvicinamento, fino a quando viene toccata la pista, lontane dai comandi.

C2Land: come funziona?

C2Land funziona grazie all’integrazione di un sistema elettronico di visione, un apparato GPS e un gruppo di sensori ad infrarosso che permettono atterraggi anche in condizioni di bassa visibilità. Il tutto accompagnato da un sofisticato modello matematico di calcolo, che permette al computer di stabilire come raggiungere al meglio la pista. Non solo l’aereo viene diretto verso l’aeroporto, ma C2Land si occupa anche di abbassare i flap ed i carrelli, e di gestire automaticamente la potenza del motore al fine di rimanere perfettamente allineato alla pista di atterraggio. Per essere il primo test, tutto ha funzionato al meglio, aprendo una nuova strada per gli atterraggi automatici, sfruttando al meglio l’integrazione dei nuovi apparati ottici con i sistemi di navigazione GPS e le potenzialità di calcolo dei computer di bordo.