Perché le ruote del Boeing 737 non sono coperte durante il volo?

Carlo Nava
29/08/2022

Perché le ruote del Boeing 737 non sono coperte durante il volo?

Se un Boeing 737 vi passa sopra la testa, c’é un particolare curioso che lo contraddistingue dalla maggior parte degli altri aerei di linea. Sicuramente molti di voi lo hanno notato. Si tratta del fatto che le ruote del carrello principale, sotto la pancia del velivolo, rimangono in bella vista, esposte allo sguardo di tutti. Se vi siete chiesti come mai una tale scelta da parte dei progettisti, possiamo darvi la spiegazione.

Boeing 737-200 planform

Sappiamo bene che subito dopo il decollo le ruote del carrello scompaiono solitamente all’interno della fusoliera del velivolo, coperte da un sistema di “sportelli” mobili, che le racchiudono in sicurezza.

In questo Boeing non è così. Solo la struttura portante del carrello viene coperta rispetto all’esterno, mentre le ruote rimangono esposte. Non si tratta certo di qualcosa di casuale ma di una precisa scelta dovuta alla particolare configurazione del 737 quando fu introdotto in servizio per la prima volta alla fine degli anni 60. La versione attuale 737 NG è invece entrata in servizio nel 1997.

Una delle cose che lo rendeva molto appetibile per le compagnie aeree era il fatto che disponeva di una grande versatilità di utilizzo, rendendolo adatto anche a scali non particolarmente attrezzati, per via delle proprie dimensioni e anche per via dell’altezza ridotta rispetto ai pari categoria. Un’altezza dal suolo più bassa facilitava notevolmente le operazioni di imbarco dei passeggeri, del carico e del carburante, agevolando anche le procedure di ispezione esterne. Questo dettaglio che potrebbe apparire di poco conto, fece propendere molte linee aeree del tempo per l’acquisto del 737, garantendosi la possibilità di utilizzo anche in aeroporti con scarsi mezzi di servizio a disposizione.

Per i progettisti rimaneva però un grattacapo da risolvere. Le coperture per le ruote avrebbero occupato molto spazio con il rischio di toccare il terreno, o qualche ostacolo presente accidentalmente sulla pista. Venne proposta l’idea di far chiudere questo vano dopo che il carrello fosse stato completamente estratto, ma anche questa idea non convinse. Un guasto dopo la discesa del carrello, avrebbe potuto compromettere la sicurezza in atterraggio, e l’apparato sarebbe stato piuttosto laborioso da ideare, creando dei sistemi in più per qualcosa di non necessariamente utile.

In pratica si sarebbe andati a complicare le cose e, come ben sappiamo, in aviazione non si ama molto progettare e complicare i sistemi di bordo, creando potenzialmente meccanismi in più che possono guastarsi e da dover tenere in efficienza, se non strettamente necessario. Più semplice è, meglio è. Prevalse quindi la linea di lasciare esposte le ruote, che si chiudono nel loro vano, protette da una sorta di guarnizione che ne previene il rischio di intrusione di oggetti non indesiderati. Da allora la “pancia” del 737 ha questa curiosa caratteristica.

Per completezza dobbiamo anche dire che il Boeing 737 non è al momento l’ unico con questa soluzione, presente su alcuni modelli di Embraer e COMAC , ma sicuramente Boeing fu tra le prime in assoluto ad introdurla, contribuendo al successo indiscusso di tutta la serie 737.

 

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