Dall’8 luglio 1985, giorno in cui Ryanair effettuò il suo primo volo dall’aeroporto irlandese di Waterford a Londra Gatwick, la compagnia fondata dall’imprenditore Tony Ryan vanta un primato importante: non ha mai registrato incidenti. Ma come si è arrivati ad ottenere un simile risultato? È frutto del caso o c’è dietro un enorme lavoro sconosciuto ai più?
Oggi la compagnia aerea irlandese dispone di oltre 600 aeromobili, manutenuti in diversi centri di manutenzione pesante altamente specializzati distribuiti in tutta Europa tra cui Shannon (Irlanda), Glasgow Prestwick (Scozia), Kaunas (Lituania), Wroclaw (Polonia) e Siviglia (Spagna) e Bergamo (Italia).
Il centro manutentivo italiano è situato presso l’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio e gestito da SEAS (South East Aviation Services), con cinque hangar già operativi a cui presto se ne aggiungeranno altri due presso l’aeroporto di Lamezia Terme (CZ).
Negli hangar della SEAS vengono eseguiti i controlli tecnici programmati (struttura, motori, avionica tanto per fare un esempio) oltre che gli interventi straordinari (come l’installazione delle scimitar winglets) sui Boeing 737 di Ryanair e che permettono alla compagnia di far volare in tutta sicurezza ed efficienza i suoi aerei. Qui lavorano decine di manutentori, figure altamente specializzate che garantiscono la sicurezza e la continuità operativa di una flotta che in Italia serve decine di milioni di passeggeri ogni anno.
Come si diventa manutentori aeronautici?
Diventare manutentore aeronautico non è percorso facile, è necessaria dedizione, studio, una buona conoscenza della lingua inglese, ma soprattutto una grande passione per la meccanica e per il volo in generale.
Di solito chi intraprende questa carriera viene da studi di base in scuole tecniche, come istituti professionali o indirizzi aeronautici, dove si acquisiscono le conoscenze fondamentali in meccanica, elettronica e sistemi aeronautici, ma queste competenze possono essere acquisite anche da chi proviene da percorsi di studio più generali, come quelli classici, attraverso formazione specifica e pratica sul campo.
Il passo successivo è frequentare un’accademia certificata EASA Part-147, come quella di Bergamo gestita da SEAS. Qui i futuri manutentori seguono un corso teorico-pratico della durata media di 2-3 anni, che combina lezioni in aula con esercitazioni in laboratorio e simulazioni sui componenti reali degli aerei.
Dopo la formazione teorica, è fondamentale accumulare esperienza pratica in hangar, lavorando fianco a fianco con tecnici qualificati e sotto supervisione. Questa fase dura generalmente circa 2 anni, durante i quali si imparano le procedure operative, le ispezioni e le manutenzioni reali sugli aeromobili.
Al termine di questo percorso si sostengono gli esami per ottenere la Licenza Europea di Manutentore Aeronautico (AML – Aircraft Maintenance Licence), rilasciata secondo le normative EASA. Questa licenza è una sorta di patente (passatemi il temine) che permette di lavorare legalmente come manutentore in Europa e, in molti casi, anche all’estero.
L’AML si distingue in diverse categorie, a seconda del tipo di aeromobili e sistemi che il tecnico è autorizzato a controllare:
- Categoria B1: per la manutenzione meccanica e dei motori.
- Categoria B2: per i sistemi avionici ed elettronici.
- Categoria B3: specifica per aeromobili leggeri con motori a pistoni.
- Categoria C: autorizza la supervisione e il rilascio degli aerei dopo i controlli pesanti (C-Check).
Completando questi passaggi, in genere servono 4-5 anni per diventare pienamente operativi. Lo stipendio iniziale di un giovane manutentore in Italia si aggira tra 1.500 e 1.800 euro netti al mese, ma con l’esperienza e il conseguimento di qualifiche specifiche sui diversi aeromobili può crescere fino a 2.500-3.000 euro o oltre.
Ripeto, quella del manutentore aeronautica è una professione complessa, che unisce teoria, pratica e responsabilità, ma che offre anche carriere stabili e ben retribuite per chi ama l’aviazione.
L’accademia dei manutentori
Come in molte professioni, anche per diventare manutentore aeronautico esistono scuole specifiche: tra queste, l’accademia AEA – Aircraft Engineering Academy di proprietà della SEAS, prepara i futuri tecnici con corsi teorico-pratici che combinano lezioni in aula, esercitazioni in laboratorio e formazione direttamente sugli aeromobili, fornendo le competenze necessarie per entrare nel mondo della manutenzione aeronautica.
Quanti manutentori serviranno?
Il settore vive un forte squilibrio tra domanda e offerta di tecnici. Ryanair, che punta a crescere fino a raggiungere i 300 milioni di passeggeri entro il 2034, avrà bisogno nei prossimi anni di centinaia di manutentori solo in Italia.
Quali competenze tecniche e personali sono ricercate oggi nei giovani che desiderano diventare manutentori aeronautici?
Alessandro Cianciaruso, amministratore delegato di SEAS:
Si parte dal possesso del diploma di scuola media superiore, che ovviamente si ritiene acquisito con un buon profitto e con una base di conoscenze tali da affrontare il percorso di formazione tecnica sviluppato per gli allievi della Academy.
Si deve essere bravi e motivati, per diventarlo ancora di più una volta essere stati ammessi, disposti ad acquisire una cultura aeronautica che, per la maggior parte degli allievi, ci accorgiamo nasce dalla passione e dalla volontà di mettersi in gioco in un settore all’avanguardia maturando una professionalità caratterizzata da impegno, precisione e concentrazione.
La figura del manutentore aeronautico è una figura ancora poco conosciuta e spesso bistrattata dai non addetti ai lavori ma è una professione che offre una sicura crescita professionale in un ambiente, quello del volo, in grande crescita…
L’aviazione civile è fondata sulla sicurezza, che viene garantita attraverso il rispetto di regole e scadenze ben precise, dalle quali non è possibile derogare. Ciò premesso, la figura del manutentore aeronautico riveste un ruolo essenziale nel trasporto aereo, perché fa parte di una squadra specializzata che prende in consegna l’aeromobile e lo riconsegna nei tempi prefissati per riprendere l’operatività.
L’attività di manutenzione aeronautica fa parte del ciclo continuo a supporto dell’intera flotta della compagnia aerea e il tecnico specializzato rientra nella filiera al pari degli equipaggi di volo e della rete di assistenza a terra. E’ sicuramente una professione che riserva, oltre che una retribuzione molto gratificante, una carriera in crescita. E lo stesso percorso di formazione viene compensato, prevedendo l’assunzione nei ranghi della società di manutenzione proseguendo l’iter di certificazione professionale riconosciuto dagli Enti preposti.
Quale impatto avrà Ryanair sul futuro della manutenzione in Italia?
Ryanair sta aumentando gli investimenti in Italia e porta avanti iniziative nelle scuole per avvicinare i giovani al settore aeronautico: come si traduce questo impegno e quale impatto avrà sul futuro della manutenzione in Italia?
Fabrizio Francioni, Head of Communications Italy Ryanair:
Ryanair e’ oggi la prima compagnia aerea in Italia per passeggeri trasportati. Nel 2025 saranno 65 milioni. L’Italia e’ un mercato chiave, dove operiamo con 106 aeromobili basati, per un investimento complessivo di 10,6 miliardi di dollari, in 32 aeroporti e 20 basi.
La presenza dei nostri aeromobili nelle 20 basi italiane e il traffico generato dalle nostre rotte supporta oggi, tra diretto e indotto, oltre 50.000 posti di lavoro nelle regioni italiane. Si tratta, dunque, di un impegno a lungo termine che, come tale, vede nel ruolo dei manutentori un aspetto chiave della nostra strategia di crescita.
Quali sono le novità principali sulla nuova base manutentiva di Lamezia Terme, in termini di investimenti previsti e di personale che sarà impiegato?
I due nuovi hangar che saranno costruiti a Lamezia sono parte di un piu’ ampio impegno di Ryanair nella regione Calabria. L’abolizione dell’addizionale comunale in quella regione ha permesso di sbloccare investimenti importanti e un piano di crescita che ha previsto, finora, l’apertura di una nuova base a Reggio, 3 nuovi aeromobili basati, per un investimento complessivo di 300 milioni di dollari, l’aumento del 75% della capacita’ e la crescita del traffico a 3 milioni di passeggeri l’anno, piu’ rotte tra Reggio, Lamezia e Crotone.
I due nuovi hangar a Lamezia sono la testimonianza di come questo impegno abbiamo un orizzonte temporale di medio-lungo periodo e prevedono investimento complessivo di 15 milioni di euro e fino a 300 nuovi posti di lavoro nella regione. Il progetto prevede 2 baie, per 8.100 metri quadri complessivi, destinati sia attivita’ di base e line manteinance, con la possibilita’ di operare nelle ore notturne e su due aeromobili contemporaneamente.
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