Autovelox in città: le proposte per evitare i trappoloni

Gianluca Pezzi
10/09/2020

Autovelox in città: le proposte per evitare i trappoloni
Image: Google

Nelle ultime modifiche al Codice della strada alcuni emendamenti consentirebbero il posizionamento di autovelox fissi anche nelle strade urbane in città, mentre in precedenza questo era consentito solo su autostrade e strade extraurbane principali, e previo decreto del Prefetto, anche sulle strade extraurbane secondarie (dove il limite è di solito di 90 km/h) e sulle strade urbane di scorrimento (70 km/h).

Dato che come diceva qualcuno, a pensar male ci si azzecca sempre, ecco che il pensiero è andato immediatamente a quei comuni “furbetti” che utilizzano gli autovelox in città come bancomat per rimpinguare le casse. Ci riferiamo in particolar modo a quegli autovelox in città posizionati in modo da essere nascosti, subito dopo una curva o non correttamente segnalati e visibili come prevede la normativa: dei veri e propri trappoloni per tutti gli automobilisti.

Ci sono casi in cui il limite di velocità è stato ridotto ad esempio da 90 a 70 Km/h o 50 km/h, che corrispondono nel primo anno di installazione a migliaia di multe nei confronti di cittadini che non sono pirati della strada. A Milano nel 2018, a seguito di sette nuovi impianti di controllo della velocità installati a fine 2017, vi sono state 696.917 contravvenzioni, cioè 1.909 al giorno, 79.5 all’ ora, 1,32 al minuto. Cosa già accaduta nel 2015, dopo le installazioni del 2014, quando si era arrivati a 765.535 sanzioni. E fa già discutere la serie di autovelox installati dalla Città Metropolitana, guarda caso sempre di Milano, sulla ex statale della Valtidone in località Opera, dove il limite di una strada a grande scorrimento a due corsie per senso di marcia è stato portato da 90 a 70 km/h.

Ci associamo quindi alle proposte dell’Unione Nazionale Consumatori, affinché il corretto controllo dei limiti di velocità non sia una scusa per tartassare ulteriormente gli utenti della strada. In particolare, si chiede che gli autovelox in città siano autorizzati, ma solo ed esclusivamente a condizione che:

  • siano i Prefetti a dover fissare, nel decreto autorizzativo, i limiti di velocità, in modo che siano congrui rispetto al tipo di strada.
  • siano i Prefetti a stabilire, essere responsabili e controllare se la segnaletica è conforme al Cds e ben visibile, dove deve essere collocato l’autovelox, in modo che sia ben visibile, su quale lato della strada debba essere collocato.
  • sia compito dei Prefetti far rimuovere tutti i falsi cartelli che indicano la presenza di un autovelox, quando questo non è effettivamente presente e/o attivo.
  • le postazioni di controllo, laddove sono possibili i sorpassi, vadano preventivamente segnalate su entrambi i lati della carreggiata, parallelamente, sia a sinistra che a destra della strada, in modo che anche chi sorpassa o è sorpassato possa vederli. Il comma 6 bis dell’art. 142 secondo il quale “le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili“, viene vanificato se il cartello è solo a destra e si sta sorpassando, dato che viene oscurato dal veicolo sorpassato.
  • insieme a tutti i cartelli che segnalano la presenza dell’autovelox ci sia sempre obbligatoriamente anche quello del limite di velocità previsto. Questo perché troppo spesso l’automobilista vede il cartello “controllo della velocità” ma non sa quale è il limite di velocità consentito e non lo trova più tra il cartello che segnala il controllo e l’autovelox.
  • che, dove c’è la postazione di controllo, sia ripetuto sia il cartello che indica la presenza dell’autovelox sia il limite di velocità.
  • che tra il primo cartello che segnala l’autovelox e l’autovelox ci siano obbligatoriamente tra 300 e 400 metri (non quindi le distanza variabile minima indicata, per ciascun tipo di strada, dall’art. 79, comma 3, Reg. Esec. C.d.S. per la collocazione dei segnali di prescrizione), durante i quali il limite di velocità non possa cambiare.
  • che il segnale con il limite di velocità posto insieme a quello che segnala l’autovelox, non sia il primo ad indicare quella velocità. Si tratta di evitare che in poco spazio si passi da un limite di 90 Km/h a 50 Km/h e che poi tra il nuovo limite di 50 e l’autovelox ci siano magari pochi metri, come purtroppo frequente in molti comuni, dato che in un secondo (il tempo utile per poter mettere il piede sul pedale del freno) a 90 Km/h si percorrono già 25 metri. Ovvio che su questa richiesta si può anche soprassedere se si accettano sia la proposta g) che la e). Altrimenti, in subordine, si chiede che tra il cartello che indica la velocità rilevata dall’autovelox e l’autovelox stesso debbano esserci almeno 400 metri.
  • tra il segnale e la postazione non devono essere presenti intersezioni o immissioni laterali di strade, altrimenti il segnale va ripetuto (mantenendo sempre le distanze del punto g).
  • troppe le tipologie dei cartelli che indicano la presenza dell’autovelox. Si chiede che i cartelli siano resi tutti uniformi, siano fatti rimuovere dai Prefetti tutti quelli non conformi e che i cartelli siano ingranditi almeno del 50%.
  • vi sia l’obbligo, attualmente non previsto, di indicare se si tratta di autovelox o di un controllo della velocità media, tipo tutor. I cartelli dovranno essere differenziati a seconda del tipo di rilevazione.
  • le regole dalle lettere b) a j) devono valere sia per i controlli da remoto, ossia le postazioni fisse, sia nel caso di controlli occasionali con la presenza di un organo di polizia stradale.
  • Limite di 50 km/h. L’art. 3 del cod. str. al punto 8, definisce centro abitato “un insieme di edifici” ossia “un raggruppamento continuo (..) costituito da non meno di venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada“. L’art. 142 c.s. stabilisce il limite di 50 Km/h “per le strade nei centri abitati“. Per questo motivo il limite di 50 Km/h non dovrebbe valere all’inizio del territorio comunale anche se ci si trova in aperta campagna, ma solo dove cominciano ad esserci effettivamente le case e gli abitanti. Si chiede, quindi, di prevedere il limite di velocità di 50 km/h non più collegandolo alla definizione giuridica di centro abitato, ma dove vi sono attraversamenti pedonali e raggruppamenti continui di edifici.

Queste proposte, ispirate evidentemente al buon senso, non tolgono alcun merito all’autovelox come strumento per controllare la velocità e reprimere chi la supera. Si tratta di evitare, come già accennato, che i soliti noti utilizzino gli autovelox organizzando veri e propri trappoloni per gli automobilisti.

 

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