Le batterie Ibis di Stellantis promettono elettriche più economiche e con più autonomia

Robin Grant
24/07/2023

Le batterie Ibis di Stellantis promettono elettriche più economiche e con più autonomia

Forte del suo successo commerciale nell’elettrico con le piccole Fiat 500 e Peugeot e-208, Stellantis sembra voler rivoluzionare proprio le auto elettriche cittadine tramite la sua nuova batteria Ibis, acronimo di Intelligent Battert Integrated System.

Il nome stesso parla di un “sistema integrato”, ed è qui l’innovazione: si tratta di una batteria che integra le funzioni di inverter e caricabatterie, nata insieme al produttore di accumulatori Saft e al Centro Nazionale Francese per la ricerca scientifica, per dispositivi che promettono più efficienza e autonomia, minori costi ma anche dimensioni più contenute.

Le future elettriche di Stellantis

Il team di sviluppo ha installato le schede di conversione elettronica che seguono le funzioni del caricabatterie, e l’inverter, vicinissimi alle celle della batteria, unendoli a nuovo sistema di controllo che permette di inviare corrente alternata per un motore a sincrono direttamente all’accumulatore.

I sistemi attuali, invece, inviano la corrente in AC al sistema di ricarica, dove viene convertita in corrente continua per alimentare la batteria, la quale a sua volta la invia all’inverter, che regola la corrente AC inviata al motore elettrico. Le batterie Ibis, quindi, rimuovono inverter e caricatore dalla loro posizione tipica, consentendo un flusso diretto della ricarica AC al pacco batteria, liberando spazio e dando alla batteria stessa energia trifase con moduli a funzionamento indipendente.

Sviluppate le batterie, il team ha intenzione di costruire un prototipo di veicolo elettrico funzionante che monti le Ibis, probabilmente una 500e e una Jeep Avenger, da testare sulle piste Stellantis e nel mondo reale. L’obiettivo è quello di proporre le Ibis anche come soluzioni a batterie stazionarie, perché più ne saranno costruite, più basso sarà il prezzo delle vetture che le adotteranno.

Tra l’altro, le Ibis avranno un impatto anche nelle dimensioni e nel peso delle vetture che le adotteranno. Attualmente, i veicoli piccoli non riescono a contenere tutte le parti necessarie al funzionamento di un’elettrica con grande autonomia, per cui le proposte o sono veicoli piccoli con autonomia molto bassa, o auto enormi.

Le Ibis potrebbero ovviare sia a questo problema, sia anche agli enormi e pesantissimi accumulatori dei veicoli elettrici “viaggiatori”, che culminano nei ben 205 kWh della batteria dell’Hummer EV, che da sola pesa 4 tonnellate.

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