Le bollette domestiche italiane sono cresciute in modo marcato negli ultimi dieci anni, con incrementi che hanno superato di gran lunga l’evoluzione media dei prezzi al consumo. Secondo le elaborazioni di Confedilizia, dal 2015 ad oggi il prezzo dell’elettricità è aumentato del 74%, l’acqua del 47,6% e il gas del 39%. In confronto, l’inflazione nel medesimo arco temporale si è fermata al +23%.
La crescita è ben visibile anche nel 2025: tra giugno e agosto, i costi dell’acqua sono saliti del 4,8%, e a settembre del 4,7%, dopo aumenti superiori al 6% nei mesi iniziali dell’anno. Le spese fisse delle abitazioni, compresa l’energia, hanno visto variazioni significativamente più elevate rispetto ad altri consumi meno ricorrenti.
Diversi fattori si sono sommati per produrre questo effetto. La pandemia ha alimentato l’inflazione, mentre la crisi derivata dal conflitto tra Russia e Ucraina ha sconvolto il mercato energetico. I flussi tradizionali del gas sono stati ridefiniti e il prezzo del carburante per la generazione elettrica è esploso: in Europa, il costo del gas ha oscillato da 20 a oltre 300 euro per megawattora durante il primo anno di guerra.
Flebili segnali di moderazione
Negli ultimi mesi si sono registrate inversioni di rotta nei prezzi. A settembre, il gas è sceso del 5,6% e l’elettricità del 5,8%. ARERA ha fissato per ottobre 2025 una tariffa di 0,2875 €/kWh, applicando una riduzione del 7,6% per clienti vulnerabili in regime di tutela. Il gas ha evidenziato una contrazione dell’1% su base mensile e del 4% su base annua.
Tali discese, tuttavia, non cancellano il divario accumulato. Il cliente tipo in tutela nel 2025 paga l’elettricità oltre il 22% in più rispetto al 2024. L’indice dei prezzi per elettricità e gas resta di circa il 59% sopra i livelli del 2021, confermando che gli effetti della crisi energetica si fanno ancora sentire.
Il differenziale tariffario tra l’Italia e gli altri Paesi dell’Eurozona ha generato un costo addizionale stimato in 1 miliardo di euro al mese, nel periodo tra novembre 2021 e ottobre 2024. Ciò equivale a un aggravio medio stimato tra circa 928 euro per ciascuna famiglia nei 24 mesi considerati.
Questi dati delineano una situazione nella quale l’energia non è più semplicemente un servizio, ma un fattore critico nella gestione dei bilanci familiari.
Bollette elevate e auto elettriche: un freno difficile da ignorare
L’aumento dei costi energetici ha un impatto diretto anche sul settore della mobilità elettrica, che in Italia mostra segni di scarsa penetrazione. Il sacrificio richiesto per coprire le spese di ricarica in un contesto tariffario elevato riduce l’attrattiva dell’acquisto di un’auto alimentata a batteria.
Molti potenziali acquirenti valutano con attenzione il bilancio energetico complessivo, e quando la componente elettrica risulta onerosa, la convenienza dell’auto a batteria si attenua. In assenza di un’infrastruttura pubblica capillare o di soluzioni energetiche domestiche restano pochi gli incentivi veri a compiere il salto.
Il rapporto tra spesa per ricarica e costi di gestione tradizionali appare ancora sfavorevole per molti utenti che non dispongono di colonnine private o impianti fotovoltaici. Di conseguenza, il mercato EV in Italia fatica a decollare, nonostante le potenzialità ambientali ed economiche legate alla mobilità sostenibile.
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