Le più belle concept cars italiane dagli anni 60 ad oggi

Margherita Trevisan
12/09/2023

Le più belle concept cars italiane dagli anni 60 ad oggi

I designers italiani hanno fatto scuola nel mondo dell’automobilismo, ecco allora le più belle concept cars italiane dagli anni 60 ad oggi che rappresentano la storia dell’automobile. Si, perchè sono proprio le concept a rappresentare espressione di stile e tecnologia, che funge da rappresentazione di tutto ciò che la casa riesce a offrire, in un dato periodo, non solo a livello estetico, ma anche a livello economico e tecnologico.

Le aziende italiane non sono da meno: sono tante, e bellissime, le concept cars italiane che si sono viste nel corso dei decenni ai Saloni di tutto il mondo.

Gli italiani, nel tempo, hanno dimostrato di essere perfettamente in sintonia con il design e con le tecnologie. Ne abbiamo selezionate dieci: vediamo se sono anche le vostre preferite. In caso contrario nessun problema, raccontateci i vostri modelli del cuore nell’area commenti!

Concept Cars Italiane: Alfa Romeo Navajo Bertone

Quella tra Alfa e Bertone è una delle collaborazioni più celebri e longeve di tutti i tempi. E la Navajo Bertone è solo uno dei tanti esempi. La concept car era basata sul telaio delle auto da corsa di Alfa Romeo e, in particolare, sulla 33 Stradale.

Concept Cars Italiane

Il design si distingue per un profilo a cuneo, e per un frontale stretto e sottile a discapito di un posteriore più alto e particolarmente denso di dettagli. L’auto è molto futuristica, con le sue forme squadrate, la ruota posteriore semi-nascosta, l’abitacolo in vetrosa navicella, e l’alettone posteriore direttamente ancorato alla carrozzeria.

La forma affusolata inganna: la Navajo Bertone, infatti, era più corta di una Mini Cooper e più bassa della maggior parte delle hypercar di oggi. Il motore era un V8 da 2,0 litri, che erogava 230 CV.

Lamborghini Athon Speedster

Una delle Lamborghini più belle che si possano ricordare, anche qui con la mano di Bertone. La concept Athon Speedster, presentata nel 1980, montava un V8 da 3,0 litri, con una potenza massima di 260 CV che, nonostante l’aspetto spider e aperto, le permetteva di raggiungere i 100 in 7,3 secondi.

Purtroppo, però, la Athon non entrò mai in produzione, in quanto gli sforzi economici di Lamborghini, all’epoca in cattive acque, andarono tutti sull’aggiornamento della Countach.

Concept Cars Italiane

Ma l’auto è indubbiamente bellissima: in pieno stile Lamborghini, da sempre avanguardistico, è una Spider diversa dal solito, con il solo parabrezza a spezzare quello che altrimenti sarebbe un blocco unico e affusolato di carrozzeria.

L’auto comunque ha un proprietario, visto che comunque funziona ed è abilitata alla circolazione: è stata venduta all’asta nel 2011 per 487.000 dollari.

Ferrari Pinin

Se nascondessimo il logo, nessuno penserebbe che questa sia una Ferrari. L’aspetto è piuttosto insolito per il cavallino, se sembra piuttosto una berlina americana, magari una Cadillac. E invece no, è una concept car nata dalla matita di Pininfarina come celebrazione per i 50 anni dell’atelier torinese e quando fu presentata, negli anni Ottanta, era la prima e unica Ferrari a 4 porte mai realizzata.

Concept Cars Italiane

Montava un motore V12 da 4,8 litri, ma nessuno l’ha mai messa in modo fino al 2010, quando il Cavallino ha incaricato un team di ingegneri di metterla in moto.

Alfa Romeo BAT5

Concept Cars Italiane

Un’altra Alfa realizzata in collaborazione con Bertone, e prima vettura del progetto tra le due aziende con un design basato completamente sullo studio dell’aerodinamica, a cui avrebbero seguito la 7 e la 9.

E si vede! Le forme (e il nome) fanno quasi pensare ad un’auto perfetta come Bat Mobile, ma in realtà non è mai stata usata per questo scopo.

Concept Cars Italiane

Il design è tutto votato alla leggerezza e all’aerodinamica, e quello che risalta maggiormente è la fiancata con una forma sinuosa, che si abbassa al frontale e crea una sorta di pinna nel posteriore. Oltre al colore nero, risalta l’abitacolo decisamente decentrato e luminoso, e la griglia anteriore, spezzata e di colore rosso.

Ferrari 512S Modulo

Un’altra Ferrari difficilmente riconoscibile come Ferrari. A prima vista, si potrebbe pensare a una Lamborghini, visto il suo design così futuristico e, sopratutto, la forma tipicamente del Toro. E invece no, ci troviamo di fronte a un’altra concept car estrema del Cavallino. Cavallino che, qui, si è spinto davvero oltre qualsiasi limite.

Ferrari 512S Modulo

Non solo in termini estetici, dove la forma schiacciata la fa da padrona, con le ruote semi-nascoste, la linea rossa che spezza l’abitacolo e si unisce ai fari e la vocazione aerodinamica. Ma anche in termini di prestazioni: l’auto montava un motore V12 in grado di erogare 550 CV e di arrivare a 355 km/h. Un vero mostro per l’epoca.

L’auto è dal 2014 nelle mani del produttore cinematografico statunitense James Glickenhaus, che ha comprato l’auto per riportarla alla gloria operativa.

ItalDesign Machimoto

Un design davvero insolito, per questa Machimoto degli anni Ottanta. Si trattava di un veicolo nato per essere economico, con tetto aperto e pensato per ospitare fino a 9 persone. L’interno, infatti, non contiene sedili, ma delle selle, cosa che rende il veicolo un po’ un’auto e un po’ una moto (il nome è la fusione di “machine” e “moto”): i passeggeri, infatti, dovevano indossare il casco.

Concept Cars Italiane

La concept car di ItalDesign montava il motore 1,8 litri della Volkswagen Golf GTI, con una potenza di 139 CV. 139 CV possono sembrare una potenza normale, ma 9 persone a bordo sicuramente rallentavano tutto. Ma sicuramente, con Machimoto ItalDesign ha creato qualcosa di unico nell’estetica e nello stile.

Lancia Medusa

Non poteva mancare Lancia, la casa automobilistica italiana nota per la sua eleganza e per aver ridefinito alcuni schemi.

Questa concept car, per esempio, voleva ridefinire l’auto di famiglia. Fu progettata, infatti, per essere spaziosa e pratica, come si nota dalla lunghezza e dalla larghezza, nonché dall’abitacolo particolarmente luminoso grazie ai finestrini e al parabrezza molto ampi. E tuttavia, in Lancia hanno lavorato molto anche all’aerodinamica, con un cx mai visto prima su una familiare.

Concept Cars Italiane

Il motore è centrale, le luci principali sono a scomparsa, mentre altri dettagli di rilievo sono sicuramente le maniglie a filo della carrozzeria e altri aspetti che hanno poi “istruito” altri marchi nei decenni successivi.

Anche l’interno era molto futuristico, con una buona dose di comandi al volante e uno stile molto ergonomico, più vicino ai tempi odierni che agli anni Ottanta!

Maserati Boomerang

Un’auto che, personalmente, mi ricorda i lego. Sarà la forma super squadrata, i cerchi dal design un po’ plastico, o, ancora, l’abitacolo quasi completamente in vetro. Ad ogni modo, un’auto sicuramente avanguardistica che, a differenza delle altre, ha dato vita a un modello in serie: la Maserati Bora, prodotta nel 1971 in 500 esemplari.

Concept Cars ItalianeConcept Cars Italiane

L’auto non era solo incredibilmente particolare, e ispirante per tutti i modelli Maserati successivi, ma anche molto potente: montava infatti un motore V8 da 4,7 litri, con una potenza di 310 CV.

Il suo design è stato ripreso da molte altre auto, su tutti la Lotus Esprit prodotta 5 anni dopo, nonché la DeLorean DMC-12 del 1981, l’auto di Ritorno al Futuro.

Un’auto unica nel suo genere, che è stata venduta all’asta nel 2015 per 3 milioni di dollari!

Concept Cars Italiane: Lancia Stratos Zero

Questa la conosciamo tutti, perché da lei deriva la leggendaria Lancia Stratos che, in effetti, è cambiata poco rispetto al modello originale. Il design è ormai senza tempo, all’avanguardia anche per i tempi moderni, con le sue linee a metà tra l’elegante e lo sportivo.

Lancia Stratos HF

Il motore era un V4 da 2,4 litri in posizione centrale, ma la potenza era di appena 115 CV. La concept car è stata restaurata e venduta all’asta nel 2011 a un prezzo di 915.000 dollari.

Autobianchi A112 Runabout

L’auto ispirata alle barche da corsa degli anni Sessanta. E gli anni Sessanta sono il decennio che ha visto gli albori di questa concept car della defunta Autobianchi.

Concept Cars Italiane

L’estetica è semplice, ma efficace: il muso è lungo e appuntito, mentre il posteriore è corto. Non c’è tetto, ma l’auto è piena di tocchi stilistici che la rendono elegante, su tutti l’alettone ad arco squadrato posteriore, o la presa d’aria che percorre, al centro tutto il cofano. Inoltre, l’auto era priva di porte.

Il tema nautico è ripreso anche all’interno, non solo per l’estetica ma anche per gli elementi: il tachimetro, per esempio, ha il design di una bussola.

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