Omoda 9 SHS 2025

Omoda 9 Super Hybrid: test drive del SUV cinese plug-in da 537 CV

Abbiamo provato la Omoda 9: SUV plug-in da 537 CV, 180 km elettrici, comfort da ammiraglia. Ecco come va su strada e quanto costa.

E’ arrivato il momento di provare su strada la nuova Omoda 9, SUV di grandi dimensioni che segna il debutto del gruppo cinese Chery nel segmento D europeo con un modello ibrido plug-in dalle caratteristiche davvero interessanti.

Con 537 CV, una batteria da 34,5 kWh e un’autonomia in elettrico superiore ai 180 km in città, la Omoda 9 promette prestazioni e comfort a un prezzo più che competitivo. Ma come va davvero? Lo abbiamo scoperto in un test drive primo contatto tra le colline della Franciacorta.

 

Omoda 9 Super Hybrid: me la consigli?

parere gianluca

La Omoda 9 è una di quelle auto che, a prima vista, mettono in discussione le abitudini. È grande, ben rifinita, piena di tecnologia e sorprendentemente silenziosa. Quando ti siedi al volante ti accorgi che non è un’auto qualsiasi: trasmette la sensazione di qualcosa di importante. Non ha l’allure di un marchio europeo, ma offre moltissimo per il prezzo richiesto.

Omoda 9 SHS 2025
Image: OMODA

Se cerchi un’auto comoda, ben accessoriata, silenziosa e spaziosa, potrebbe davvero piacerti. Se invece ti interessa il piacere di guida sportivo, la precisione millimetrica dello sterzo o la reattività di una berlina premium, probabilmente ti sembrerà ancora un po’ acerba.

Insomma, dipende da cosa cerchi: se vuoi comfort, autonomia, spazio e tecnologia, difficilmente troverai di meglio a questo prezzo. Se invece ti concentri su dettagli dinamici o vuoi un infotainment immediato e intuitivo, potresti trovare dei limiti. È una vettura per chi sa guardare oltre il badge sul cofano.

Il design della Omoda

Omoda 9 SHS 2025
Image: OMODA

Impossibile non notarla. La Omoda 9 ha una presenza scenica forte, soprattutto nella configurazione con vernice opaca. Il frontale è dominato da una calandra con trama romboidale incastonata nel paraurti, mentre le luci diurne full LED percorrono tutta la larghezza della vettura e si raccordano con elementi verticali nei fari.

Dietro, i gruppi ottici riprendono il tema dei “cubotti” a LED, mentre la linea del tetto scende dolcemente verso il portellone, contribuendo a una silhouette slanciata. Le maniglie a scomparsa migliorano aerodinamica ed estetica, mentre i cerchi da 20 pollici, di serie per tutti, completano un look da SUV di fascia alta.

C’è qualche scelta stilistica discutibile, come i terminali di scarico finti, ma nulla che rovini l’insieme. Le finiture esterne, dagli inserti in gomma ai pannelli ben accoppiati, raccontano di una cura che non ci si aspetta da un brand al debutto in Europa.

Come sono gli interni

Omoda 9 SHS 2025 interni
Image: OMODA

L’abitacolo della Omoda 9 punta dichiaratamente al segmento premium. Le finiture, i materiali e la cura costruttiva sono sorprendenti se rapportati al posizionamento di prezzo. Appena si chiude la portiera si percepisce una buona solidità strutturale, grazie anche a guarnizioni doppie, pannelli ben accoppiati e l’uso esteso di acciaio ad alta resistenza per la scocca.

Sedendosi al posto guida si è accolti da due grandi schermi da 12,3 pollici perfettamente integrati: uno per la strumentazione e uno per l’infotainment. La disposizione ricorda da vicino le soluzioni viste su modelli Mercedes, e il colpo d’occhio è notevole. Dietro il volante si trova anche un head-up display con realtà aumentata, ben visibile e ricco di informazioni, sebbene soggetto a riflessi in presenza di luce solare diretta.

Omoda 9 SHS 2025 interni
Image: OMODA

Il sedile del conducente è elettrico, ventilato, riscaldato e massaggiante, con memoria e supporto lombare regolabile. Anche il volante è regolabile elettricamente, ma la corsa in profondità è limitata e potrebbe rappresentare un limite ergonomico per i guidatori più alti. Ottima, invece, la qualità percepita: pelle con impunture a vista, rivestimenti morbidi anche nei pannelli porta, e una particolare cura per dettagli come le maniglie a filo e il cielo dell’abitacolo in Alcantara o velluto, a seconda dell’allestimento.

Dietro, il passo di 2,80 metri regala spazio abbondante per le gambe, anche con sedili anteriori arretrati. L’altezza in testa è leggermente sacrificata dalla presenza del tetto panoramico, ma nel complesso la vivibilità è buona. I sedili posteriori sono frazionabili 60:40 (non 40:20:40, come sarebbe auspicabile) e reclinabili elettricamente nello schienale, con riscaldamento e climatizzazione tri-zona. Non manca un generoso numero di prese: due USB-A, due USB-C e due vani per la ricarica wireless degli smartphone nella parte anteriore.

Omoda 9 SHS 2025 interni
Image: OMODA

L’infotainment è uno degli ambiti in cui la Omoda 9 dimostra luci e ombre. Il sistema offre tantissime funzionalità: navigatore, aggiornamenti over-the-air, compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto (anche wireless), visuale 3D a 360° con ottima risoluzione, e gestione dell’intero ecosistema ibrido tramite interfaccia grafica. Ma l’esperienza d’uso è penalizzata da una logica dei menu poco intuitiva: le impostazioni più comuni, come quelle degli ADAS o della ventilazione, richiedono troppi passaggi e movimenti precisi sul touch screen, anche durante la marcia. Manca completamente un pannello di comandi fisici per i sistemi più usati, rendendo l’interazione meno immediata e potenzialmente distrattiva.

In generale, il comparto infotainment è tecnologicamente avanzato, ma servirebbe un’interfaccia più razionale per risultare all’altezza dei concorrenti europei. È evidente che il sistema è pensato per il mercato asiatico e poi adattato, non sempre perfettamente, alle esigenze e alle abitudini degli utenti europei.

Il motore ibrido Super Hybrid

Omoda 9 SHS 2025
Image: OMODA

Il cuore della Omoda 9 è un sistema ibrido plug-in che merita attenzione, ne avevamo già parlato nel test drive della Jaecoo 7. Il motore termico è un 1.5 turbo a ciclo Miller da circa 150 CV, abbinato a tre motori elettrici: due anteriori (uno dei quali funge anche da generatore) e uno posteriore da 238 CV. Il sistema lavora in configurazione serie-parallelo con trazione integrale elettrica, e offre una potenza complessiva di 537 CV e 650 Nm di coppia.

La batteria LFP da 34,5 kWh consente fino a 180 km di autonomia in urbano e 145 km nel ciclo misto WLTP. Si ricarica in circa mezz’ora grazie alla potenza in DC fino a 65 kW, e in AC a 6,6 kW. Numeri che avvicinano la Omoda 9 più a un’elettrica che a una classica PHEV.

Un aspetto notevole è la gestione intelligente dell’energia: la vettura decide in automatico come usare motore termico e unità elettriche, ma offre anche la possibilità di forzare l’uso in elettrico o in modalità ibrida estesa.

Come va su strada?

Omoda 9 SHS 2025
Image: OMODA

Guidare la Omoda 9 significa trovarsi a bordo di un SUV grande, silenzioso e sorprendentemente potente. Ma significa anche affrontare un equilibrio delicato tra le sue ambizioni tecniche e alcune scelte da affinare. Nelle colline della Franciacorta, tra curve dolci, tratti cittadini e brevi allunghi extraurbani, abbiamo potuto metterla alla prova su diversi fronti.

L’approccio alla guida è chiaro: questa non è un’auto pensata per essere sportiva, anche se i numeri direbbero il contrario. 537 cavalli e 650 Nm di coppia, con una spinta da 0 a 100 km/h in circa 4,9 secondi, non sono dati banali. La risposta all’acceleratore è immediata e piena, soprattutto grazie al contributo del motore elettrico posteriore da 238 CV, vero protagonista nella dinamica. Tuttavia, l’erogazione rimane morbida, persino in modalità Sport, confermando la vocazione comfort-oriented del progetto.

La trasmissione a tre rapporti lavora in modo fluido e impercettibile, mentre la gestione della potenza è affidata a un sistema complesso ma efficace. In città, l’auto si comporta quasi come un’elettrica pura: parte in modalità EV e resta silenziosa fino a velocità autostradali. La frenata rigenerativa, però, è sottotono. Non è regolabile tramite palette al volante e, anche impostata al massimo, risulta troppo blanda per chi cerca la guida “one pedal”. Ma d’altra parte non è una elettrica, e per essere un’ibrida fa già tanto così.

Omoda 9 SHS 2025
Image: OMODA

Lo sterzo è molto demoltiplicato, pensato per la facilità d’uso e non per la precisione: leggero in ogni situazione, ha una zona morta centrale che riduce la sensazione di controllo nei cambi di direzione. Non è una critica gratuita: per l’uso quotidiano, in città o in tangenziale, questo approccio garantisce manovrabilità e relax; ma in curva, su strade secondarie più guidate, manca un po’ di comunicatività.

Sul fronte sospensioni, Omoda ha fatto scelte ambiziose. L’anteriore è un classico schema MacPherson, mentre al posteriore troviamo un più raffinato multi-link abbinato ad ammortizzatori a controllo elettronico. Il risultato? In modalità Eco o Normal, l’assorbimento delle asperità è eccellente: dossi, tombini, pavé e irregolarità vengono digeriti con disinvoltura. Quando si passa alla modalità Sport, la risposta si irrigidisce leggermente, ma non abbastanza da rendere la guida più coinvolgente. Anche in questo caso bene, ma un po’ di rigidezza in più incontrerebbe maggiormente il gusto degli italiani.

Un elemento che incide sul comfort sono i cerchi da 20 pollici, belli da vedere ma meno indulgenti sulle sconnessioni stradali. Compromettono un po’ la rotondità dell’esperienza, trasmettendo vibrazioni su fondi irregolari, soprattutto a bassa velocità.

Omoda 9 SHS 2025
Image: OMODA

Uno dei punti forti resta invece l’insonorizzazione dell’abitacolo. Grazie a vetri laminati, materiali fonoassorbenti e un telaio ben isolato, si percepisce un ambiente ovattato, anche su fondi sconnessi o a velocità sostenute. A disturbare, semmai, sono i segnali acustici degli ADAS, voluti non dalle case ma dall’Unione Europea con il regolamento GSR2. Sono ora piuttosto insistenti e difficili da gestire rapidamente: per disattivare alcune funzioni servono troppi passaggi nei menu, poco pratici durante la guida.

In compenso, la Omoda 9 è ricchissima di assistenze elettroniche: lane centering, cruise control adattivo, monitoraggio degli angoli ciechi, frenata d’emergenza automatica e un sistema di parcheggio assistito con memoria delle posizioni preferite, che riconosce automaticamente il posto auto abituale e propone la manovra automatica. Le telecamere a 360° con visualizzazione 3D hanno una risoluzione ottima e supportano manovre complesse con facilità.

Infine, parliamo di autonomia: con la batteria al 100% e il pieno di benzina, il sistema di bordo ha indicato fino a 965 km di range disponibile, con una media reale durante la prova attorno ai 1,4 l/100 km e 18,3 kWh/100 km in uso combinato. Valori che, se confermati da test strumentali, posizionerebbero la Omoda 9 tra le ibride plug-in più efficienti del mercato.

 

Listino prezzi: un solo allestimento full optional

OMODA 9 - Esterni statiche
Image: Omoda

La Omoda 9 è disponibile in un solo allestimento full optional. Si può scegliere solo il colore esterno (inclusa una tinta verde opaca molto ricercata) e quello degli interni (nero o rosso).

Tutto il resto è di serie: sedili massaggianti, head-up display in realtà aumentata, impianto audio Sony, ADAS completi, infotainment con doppio schermo da 12,3”, CarPlay e Android Auto wireless, tetto panoramico, portellone elettrico, climatizzazione tri-zona e tanto altro.

Il prezzo di listino è di 51.900 euro, ma con le promozioni attive al lancio si scende a 45.000 euro in caso di rottamazione. Sono disponibili finanziamenti, leasing e noleggio a lungo termine.

In Italia, Omoda-Jaecoo conta oltre 60 showroom tutti con officina autorizzata e un centro ricambi nazionale che promette consegne in 24 ore nella penisola e 48 ore per le isole. Per quanto riguarda la garanzia, è di  7 anni o 150.000 km, mentre per la batteria ad alta tensione (EV) è di 8 anni o 200.000 km. A tut c’è l’assistenza stradale inclusa nel periodo di garanzia.