Il mercato delle auto usate segue dinamiche stagionali precise. Saperle interpretare può fare la differenza tra un acquisto conveniente e uno fatto di fretta, con margini ridotti per la trattativa.
Anche se tecnicamente si può comprare un’auto in ogni momento dell’anno, ci sono mesi in cui l’offerta è più interessante e i prezzi più accessibili.
Estate e inverno: meno acquirenti, più occasioni

Secondo CarVertical, i periodi più favorevoli per chi cerca un’auto usata si concentrano tra l’inizio dell’estate e la fine dell’anno. Nei mesi caldi, l’attenzione degli acquirenti si sposta su vacanze e attività all’aperto, lasciando il mercato meno affollato. A dicembre, invece, la vicinanza alle festività e la chiusura dell’anno fiscale riducono ulteriormente l’interesse all’acquisto, ma aumentano le opportunità per chi è pronto a comprare.
Giugno si conferma il mese con la minore attività di ricerca, seguito da dicembre e maggio. In queste fasi, chi vende è spesso più disponibile a trattare, e anche le concessionarie offrono sconti su modelli dell’anno in corso per fare spazio alle novità.
Settembre, ottobre e novembre sono invece i mesi in cui si registra una maggiore attività d’acquisto. L’arrivo del freddo spinge molti a cambiare veicolo prima dell’inverno, e questo aumento della domanda tende a far salire i prezzi. La scelta è ampia, ma il margine di negoziazione si riduce.
Alla fine dell’anno, le concessionarie puntano a raggiungere gli obiettivi di vendita e liberare lo stock in vista dei nuovi modelli. Questo scenario crea le condizioni ideali per chi vuole concludere un buon affare. Anche le flotte aziendali vengono spesso rinnovate in questo periodo, immettendo sul mercato veicoli recenti e ben mantenuti, che rappresentano una valida alternativa per chi cerca qualità e risparmio.
Occhio alla primavera: più domanda, meno flessibilità

Con il ritorno della bella stagione, cresce l’interesse per l’acquisto di auto usate. Il mercato si scalda, e con esso la concorrenza. I venditori tornano a essere più selettivi, le trattative diventano meno fluide e i prezzi tendono a stabilizzarsi su livelli più alti.