Non piace a Volvo la “Santa Alleanza” contro lo stop alle auto a benzina e diesel

Gianluca Pezzi
14/03/2023

Non piace a Volvo la “Santa Alleanza” contro lo stop alle auto a benzina e diesel
Foto di Guillaume Périgois su Unsplash

Non ci sono solo Germania e Italia, il fronte che si mette di traverso nei confronti dell’obbligo di vendere solo auto elettriche dal 2035 imposto dalla UE, incomincia a diventare più ampio.

Secondo quanto riportato da Reuters, ora farebbero parte di questa “Santa Alleanza” anche Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Romania e Ungheria. Sette Paesi quindi, che proprio recentemente tenuto una riunione per discutere cosa deve cambiare nella decisione dell’UE.

Il nodo è quello dei posti di lavoro, che potrebbero ridursi notevolmente. Tagliarsi automaticamente fuori dal resto del mondo, che va detto non sta affatto seguendo il trend elettrico europeo, vorrebbe infatti dire mettere in pericolo l’industria automobilista europea, lasciando campo libero a quella cinese proprio nel vecchio continente.

auto usate elettriche taroccate

La linea dura dei tedeschi sembra però davvero tardiva, con il ministro dei trasporti tedesco Volker Wissing che ha dichiarato che la decisione dell’UE deve cambiare immediatamente. La Santa Alleanza sarebbe al lavoro per creare una categoria separata per i veicoli con motore termico, in grado di funzionare con carburanti a zero emissioni. Effettivamente non sono poche le case automobilistiche si sono già attivate per testare l’uso di carburanti alternativi, con i cosiddetti carburanti sintetici e l’alimentazione a idrogeno. Parliamo ad esempio di Porsche, Lamborghini, Toyota e Opel, ma ovviamente non sono gli unici.

Ce la faranno i 7 a convincere gli altri Paesi? Probabilmente no, anche perchè pare proprio che i più convinti all’elettrificazione sono quelli che ospitano sul proprio territorio centrali nucleari oppure che non hanno alcuna industria automobilistica e quindi nulla da perdere.

Un po’ come gli svedesi di Volvo, che in mano ai cinesi di Geely non hanno nessuna intenzione di tornare indietro. E la reazione scomposta su Linkedin di Jim Rowan, amministratore delegato di Volvo, la dice lunga su cosa c’è dietro alla volontà (cinese) di mangiarsi l’Europa in un sol boccone:

Ora non è il momento di anteporre interessi politici interni alla salute e al benessere del nostro pianeta e dei cittadini dell’Ue e in effetti delle generazioni future. Ora è il momento di una politica e di una leadership forte, decisa e progressista.

Quindi, in altri termini, è più corretto anteporre interessi politici esterni, e legarli a questioni discutibili correlate al presunto “far bene al pianeta” dell’auto elettrica. L’estrazione di litio non è un problema ambientale per Rowan, che bacchetta tutti ed invoca nientemeno che “una leadership forte”. Di “uomini forti” al potere ne abbiamo avuti abbastanza e ne facciamo a meno, così come facciamo volentieri a meno di amministratori delegati che fanno politica. Pensassero invece a fare auto per tutte le tasche e senza soldi pubblici, cosa che al momento non gli riesce affatto.

Di tutto questo pasticcio, l’unica cosa di cui non si è parlato, è la contrapposizione tra alcuni Paesi e l’UE, come se l’UE fosse un’entità capitata per caso a regolare le vite dei cittadini, che per altro contribuiscono ad eleggerne i rappresentanti. Per come è nata, l’Unione Europea non è facile da comprendere, essendo governata da Commissione europea, Consiglio dell’Unione europea e Parlamento europeo. Se già oggi i cittadini, almeno quelli italiani, la vedono come una “cosa” distante, la presa di posizione della “Santa Allenza”, ci dimostra che per certi versi sta diventando distante anche dalle politiche nazionali. Un problema sempre più evidente, al quale prima o poi qualcuno dovrà porre rimedio.

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