Le auto piccole scompariranno per sempre?

Robin Grant
23/10/2023

Le auto piccole scompariranno per sempre?

La trasformazione del mercato automobilistico, oltre al passaggio all’elettrico, ha un altro aspetto paradossale: le auto ultracompatte stanno scomparendo, soprattutto in Europa.

Avevamo già parlato del paradosso di un settore che guarda alle zero emissioni con pesanti SUV, ma mentre in Cina le city car sono in forte espansione, molto economiche e molto richieste, nel Vecchio Continente, che pure ne avrebbe bisogno, sono sempre di meno. E quelle disponibili, sia a benzina che elettriche, non sono così abbordabili.

Tutta colpa delle batterie?

Partiamo dal presupposto che i SUV e le auto di lusso si adattano meglio ai nuovi propulsori e soprattutto alle batterie, ed essendo già di lusso il loro prezzo è giustificato, o comunque conta meno per l’utente finale. Le utilitarie, al contrario, con le loro piccole dimensioni richiedono maggiori investimenti e hanno sfide maggiori, e ciò comporta anche un aumento dei prezzi, al punto che trovare un’elettrica a meno di 20.000 €, senza incentivi e spesso anche con gli incentivi, è molto difficile. Non è detto che le cose possano rimanere così.

Dacia Spring Extreme

Nella prima parte del 2023, nel mercato europeo erano disponibili solo 18 modelli elettrici di piccole dimensioni, e ancora meno sotto i quattro metri: Fiat 500, Renault Twingo, Dacia Spring, Smart EQ ForTwo, DR 1.0, Honda E, Mini Cooper SE. Alcune di loro stanno vivendo il loro ultimo anno, con la Smart ForTwo che ha lasciato il posto alla più grande Smart #1, e anche la Twingo è ormai al capolinea della sua carriera.

Negli USA, non a sorpresa, molte di meno: la già citata Mini e la Chevrolet Bolt EV, con la 500 che si aggiungerà nel 2024. In contrasto con il numero leggermente più alto di vetture a combustione sotto i 4 metri, come la Panda, la Toyota Aygo X, Kia Picanto/Hyundai i10. Anche loro, comunque, in netto calo.

Renault Twingo Z.E.

Come detto, produrre queste auto in Occidente è molto costoso, con investimenti non inferiori a quelli delle auto più grandi, che però, avendo prezzi più alti, sono più remunerative per i produttori. Per questo, la produzione di queste auto piccole si è spostata in altre regioni, anche se la tendenza è quella di riportarla in loco.

Le possibili soluzioni

Una prima soluzione la stiamo sperimentando: le citycar stanno venendo sostituite da quadricicli leggeri elettrici, come la Fiat Topolino, Citroen Ami, Microlino EV e molti cinesi, come la XEV YoYo. Hanno costi molto abbordabili, ma sono esclusivamente cittadini/di quartiere, e per quanto molto più facili da parcheggiare in città, non offrono la versatilità di una city car, che comunque può andare in autostrada e, volendo, essere usata anche come prima auto.

Una seconda soluzione l’ha appena presentata Stellantis: con la nuova Citroen e-C3, basata su una piattaforma pensata inizialmente per i mercati sudamericani, il colosso italo-franco-americano anticipa l’arrivo di vetture elettriche molto interessanti.

Citroën Ë-C3 front

La C3, infatti, è lunga 4 metri, ha una batteria da 44 kWh con 320 km di autonomia, ma un prezzo di partenza di poco più di 23.000 €, che in molti paesi europei, grazie agli incentivi, possono scendere anche a meno di 18.000 €. Per intenderci, la 500 ha un listino che parte da quasi 30.000 €, e sono quelli per la batteria più piccola da 180 km di autonomia. Ed è prodotta in Europa.

Sulla stessa piattaforma della C3, inoltre, molte voci dicono che sorgerà anche la nuova Fiat Panda, che però potrebbe essere più piccola e costare ancora meno: Fiat punta a rimanere entro i 20.000 €.

Questo potrebbe essere un primo passo per la riduzione significativa dei prezzi, almeno per vetture di questo tipo, avvicinandole alle utilitarie cinesi, che costano fino al 58% in meno. Pensiamo alle vetture di Changan o Wuling, che in patria costano intorno agli 8000 € e offrono fino a 250 o 300 km di autonomia.

Vetture molto richieste

Eppure, anche in Europa le auto piccole sono molto richieste, sia in Italia che in Francia, ma anche in alcuni mercati nordici come la Danimarca. Secondo i dati di Jato Dynamics, i segmenti A e B, quelli più piccoli, hanno rappresentato il 23% delle vendite europee nel 2022. Non sono le stesse cifre dei mercati cinese e indiano, che però hanno anche caratteristiche e poteri d’acquisto diversi, ma comunque sono cifre alte.

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Per questo, la loro scomparsa lascerebbe un vuoto importante, e sono necessarie soluzioni come quelle sopra citate.

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