La nuova squadra americana Cadillac F1, pronta a debuttare nel mondiale di Formula 1 nel 2026, ha confermato l’intenzione di schierare un pilota statunitense, ma ha ammesso che ciò potrebbe non avvenire subito.
A rivelarlo è stato Mario Andretti a Nexgen Auto. Andretti, figura storica del motorsport e consulente per il progetto Cadillac, che ha sottolineato le difficoltà nel trovare oggi profili pronti per la massima serie.
Una sfida tra passione e realtà

Andretti ha spiegato come, nonostante l’entusiasmo crescente per la Formula 1 negli Stati Uniti, mancano piloti già pronti per affrontare il debutto. Nomine come Colton Herta, più volte citato in passato, sembrano essersi allontanate: i risultati sportivi non garantiscono la super licenza, e anche l’interesse diretto appare in calo.
Per Andretti, il progetto resta valido, ma serve tempo:
“L’idea di avere una squadra americana in F1 è già un passo avanti. Ora dobbiamo creare le condizioni perché i nostri giovani possano sognare quel sedile”
“Servono piloti che vadano a crescere nei campionati europei. È lì che si costruisce l’esperienza giusta per arrivare in Formula 1. Negli Stati Uniti abbiamo tanto talento, ma va canalizzato nel modo corretto.”
Un progetto a lungo termine

L’obiettivo di Cadillac F1 resta quello di unire la passione americana alla competizione globale della Formula 1, ma con una visione realistica:
“C’è una spriale positiva intorno alla F1 negli Stati Uniti. Abbiamo tre gare sul territorio, è il momento giusto per coinvolgere i giovani e coltivare la passione”.
Andretti chiude con uno sguardo ottimista:
“Lavoriamo sul lungo termine. La strada è giusta, ma dobbiamo costruirla passo dopo passo”.