James May si è “convertito” ai monopattini elettrici

Robin Grant
13/06/2022

James May si è “convertito” ai monopattini elettrici

Nell’ultimo pezzo per la rubrica che tiene sul quotidiano inglese The Times, James May si è cimentato in una sorta di elogio ironico ai monopattini elettrici, o meglio, alla cosiddetta “micromobilità“. Un racconto in prima persona nello specifico dello Xiaomi Mi Pro 2, che lui guida per strada “infrangendo la legge” e che ammette avrebbe voluto anche nella sua adolescenza “insieme all’iPad, alla TV in streaming e al porno su internet”.

Al contrario, May lo acquista all’età di più di cinquant’anni, e sembra rimanerne affascinato. Anche se…

James May e il monopattino elettrico

Per May, che sappiamo essere il più alternativo del trio composto anche da Jeremy Clarkson e Richard Hammond, i monopattini elettrici non sono da demonizzare. Nel suo articolo si riferisce al governo britannico, che ha di fatto reso illegale l’utilizzo di questi veicoli su strade pubbliche senza però ottenere un grande successo, in quanto gli inglesi li utilizzano ugualmente. Lo stesso May ammette che cercare di controllare l’utilizzo dei monopattini elettrici è un’impresa inutile: “si può anche legiferare contro le persone che cercano di dire le parole quando eruttano”, scrive, screditando in maniera per nulla velata le azioni del governo di Boris Johnson. Il quale, non a caso, comincia a cedere.

James May apprezza il monopattino elettrico perché per lui è poco più che camminare, apprezza le tre modalità di guida (Eco, Standard, Sport) del suo Xiaomi, l’autonomia reale di 32 km e la velocità massima di 25 km/h. Un veicolo che lui definisce meraviglioso per la semplicità di utilizzo e di ricarica, e perché permette di spostarsi senza il minimo sforzo.

Xiaomi Mi Electric Scooter 3

Come per tutto, però, c’è sempre il lato negativo. Già nei momenti di elogio del monopattino, si nota una certa ironia nella scrittura: May scherza sul fatto che partendo con il monopattino il mondo “gli sembra suo”, perché non deve “costantemente sollevare ogni piede e metterlo di fronte all’altro nel modo accettato di ciò che chiamiamo ‘camminare’, idea incredibilmente antiquata e ridicola“. E per quanto andare su un monopattino sia “cool” e giovanile, viene presto fuori il dubbio sull’effettiva utilità di un monopattino. Magari come mezzo per la sua strana idea di trasformare la metro di Londra in superstrade ciclabili, ma non tanto per la strada.

May ammette che quando lo guida si aspetta sempre un incidente: la costruzione del mezzo gli sembra precaria, le ruote sono piccole, manca il freno anteriore e il disco posteriore azionato non gli sembra forte. E se 25 km/h possono sembrare pochi, May invita tutti a saltare dall’auto a quella velocità per capire che può essere piuttosto pericolosa. Anche come mezzo per andare a fare la spesa, anche poco significativa, non è l’ideale: una borsa piena di generi alimentari ne comprometterebbe la stabilità, e da parcheggiato è facile che venga rubato.

May punta sul noleggio

Per questi motivi, alla fine James May considera il noleggio dei monopattini più efficace del loro acquisto: apri l’app, sali, guidi verso la tua prossima meta, scendi e poi diventa un problema di altri. Inoltre, i monopattini a noleggio sono in genere più grossi e con ruote più grandi che resistono meglio alle buche, due caratteristiche che li rendono più scomodi nel possesso per quando bisogna riportarli in appartamento, ma più sicuri come mezzi di trasporto.

Ovviamente se poi non si va in contro a una bicicletta con pedalata assistita, che per May fa praticamente perdere di senso a tutto il resto. Quella sì, che è un’invenzione geniale.

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