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Prova gamma Lotus 2025: Emira, Eletre ed Emeya tra emozioni su pista e tecnologia elettrica

Abbiamo provato su strada e in pista l’intera gamma Lotus 2025: dalla sportiva Emira al SUV Eletre, fino alla gran turismo elettrica Emeya. Prestazioni, emozioni e innovazione in puro stile Lotus.

La storia di Lotus non è fatta solo di modelli leggendari o di slogan ben coniati. È una traiettoria precisa, costruita attorno a un’idea chiara: “meno è meglio“. Meno peso, meno fronzoli, meno compromessi. Eppure, proprio chi ha fatto della sottrazione la sua cifra distintiva oggi si ritrova a moltiplicare le possibilità: elettrico, termico, SUV, GT. È un’evoluzione inevitabile, ma non per questo scontata.

Abbiamo vissuto questa metamorfosi in un giorno che ha avuto il sapore di un viaggio nel tempo e nello spazio: dalla leggerezza artigianale dell’Emira al silenzio ad alta velocità dell’Emeya, dalla forza bruta e raffinata della Eletre. Tutto sul tracciato Tazio Nuvolari, tra cordoli e curve veloci, prima, e su strada aperta poi.

Una gamma che oggi sembra pensata per convivere il presente senza perdere il senso originale della guida. Ogni modello racconta una diversa interpretazione del piacere automobilistico, e l’insieme compone il ritratto aggiornato di una Lotus che ha smesso di guardarsi indietro, senza per questo dimenticare chi è.

Emira: l’ultima benzina, non l’ultima emozione

Alta velocità, auto sportiva Lotus Emira Turbo SE Atlantis Blue su pista durante test di gara, design aerodinamico e performance ottimali.
Image: Lotus

La Lotus Emira è l’ultima sportiva termica della casa di Hethel. E già questo la rende speciale. Ma bastano pochi minuti al volante per capire che non serve una celebrazione nostalgica: l’Emira sa parlare da sola, e lo fa con un accento chiarissimo, fatto di reattività, leggerezza e sensazioni autentiche.

Sotto al cofano, in posizione centrale-posteriore, pulsa un quattro cilindri 2.0 turbo di origine AMG, capace di erogare 406 CV e 480 Nm di coppia, trasmessi alle sole ruote posteriori attraverso un cambio automatico a doppia frizione a otto rapporti.

La configurazione tecnica è quella classica delle vere sportive, e il comportamento dinamico lo conferma: la Emira è compatta (4,41 metri), leggera (1.457 kg), sincera nei trasferimenti di carico, comunicativa come poche. Le prestazioni dichiarate parlano di 0-100 km/h in 4,0 secondi e velocità massima di 291 km/h.

Auto sportiva elettrica Lotus Emira Turbo SE in corsa su strada, prestazioni elevate, design aerodinamico e tecnologia innovativa, veicolo di lusso ultraleggero e potente.
Image: Lotus

In pista si guida con una naturalezza disarmante. Il telaio sembra anticipare le intenzioni del pilota, lo sterzo è diretto e dettagliato, e l’equilibrio tra avantreno e retrotreno permette di “leggere” ogni curva. La frenata è potente e resistente, il rollio contenuto. Anche quando si alza il ritmo, la Emira mantiene compostezza e controllo, senza mai diventare impegnativa o imprevedibile.

Ma è su strada che emergono le sfumature del suo carattere. L’abitacolo è raccolto e l’accesso richiede qualche contorsione in più rispetto alle GT elettriche del marchio. Una volta dentro, però, si è al centro dell’azione. Ogni comando è diretto, ogni reazione immediata. L’auto segue l’asfalto in modo così fedele che, su superfici irregolari, le ruote anteriori richiedono attenzione costante: nulla viene filtrato, tutto viene comunicato. Una caratteristica che per alcuni può sembrare un limite, ma che per chi cerca il contatto puro con la strada è un valore assoluto.

Il comfort generale è buono, ma non è questo lo scopo della Emira. Non ha bisogno di eccessi tecnologici o soluzioni scenografiche. Qui contano la sostanza, il bilanciamento, la voce piena del turbo che respira a pochi centimetri dalle orecchie, e che diventa parte integrante dell’esperienza sensoriale. Un suono grezzo, meccanico, che aggiunge spessore emotivo alla guida.

In sintesi, la Emira è la Lotus più fedele al passato, ma non per questo fuori dal tempo. È un’auto che conserva il DNA del marchio, leggerezza, equilibrio, coinvolgimento, traslandolo in una veste più moderna e accessibile. Non è l’ultima Lotus, ma rappresenta l’ultima occasione per vivere la guida secondo un’idea che si sta lentamente estinguendo. E per molti, questo basta a renderla irripetibile.

Eletre: SUV, ma solo per tipologia

Auto sportiva elettrica Lotus Eletre 900 Sport Carbon in movimento su pista, tecnologia avanzata e design aerodinamico, vettura di fascia alta, performance e automotive di lusso, driving innovation.
Image: Lotus

Parlare della Lotus Eletre, che avevamo già provato qui, significa ripensare cosa possa essere un SUV. Elettrica, enorme, potentissima: tutto sembra portare lontano dal DNA del marchio di Hethel. E invece no. Perché quando affondi il piede sull’acceleratore e i 918 CV della versione 900 Sport iniziano a spingere, ti accorgi che questa non è una svolta — è un’esplosione.

Sotto il vestito da crossover aerodinamico si nasconde un telaio raffinato e una meccanica da sportiva vera. La trazione integrale è assicurata da due motori elettrici, mentre la batteria da 112 kWh alimenta un’architettura a 800V, che consente ricariche rapidissime: dal 10 all’80% in 20 minuti, con picchi di potenza fino a 420 kW. L’autonomia raggiunge i 600 km nel ciclo WLTP. Nonostante i 2.640 kg e i 5,10 metri di lunghezza, la Eletre scatta da 0 a 100 km/h in 2,95 secondi e tocca i 265 km/h.

Queste cifre, già sorprendenti su carta, diventano incredibili una volta in pista. L’accelerazione è brutale, quasi sconcertante, ma la parte più impressionante è come questa mole venga gestita tra i cordoli. Le sospensioni pneumatiche attive, abbinate ad ammortizzatori a controllo continuo, riducono al minimo rollio e beccheggio. Lo sterzo è diretto, comunicativo, e la barra antirollio attiva (in optional con l’asse posteriore sterzante) contribuisce a una dinamica inaspettata per un’auto di queste proporzioni.

Auto elettrica Lotus Eletre 600 Sport SE in movimento su circuito NAS.
Image: Lotus

I freni in acciaio sono l’unico vero limite quando si alza il ritmo: resistenti e ben modulabili su strada, in pista tendono a soffrire il peso dell’auto dopo alcuni giri spinti. Ma per tutto il resto, la Eletre è sorprendente: veloce, precisa, gestibile. I sedili sportivi trattengono il corpo con fermezza, e l’ergonomia interna accompagna la guida sportiva senza perdere il senso del comfort.

Su strada, la Eletre cambia pelle. Il suo lato “civile” emerge in ogni dettaglio: silenziosa, fluida, composta, assorbe bene le asperità del fondo e mantiene sempre un assetto stabile anche a velocità autostradali. Il vero limite, semmai, è fisico: con una larghezza di 2,06 metri, le strade di provincia sembrano cucite troppo strette. Ma è un compromesso che si accetta, perché il comfort è da riferimento.

All’interno, l’esperienza è ai massimi livelli. Ogni superficie è rivestita in pelle e materiali pregiati, ogni comando è studiato con cura. L’infotainment si affida a un ampio display OLED da 15,1 pollici, che comanda anche le bocchette dell’aria, seppur con qualche scomodità operativa. Da segnalare anche gli specchietti retrovisori digitali opzionali, esteticamente affascinanti ma forse poco pratici, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità.

Tra i dettagli che colpiscono, la raffinata gestione delle palette al volante: a sinistra si regola il freno rigenerativo, a destra si scelgono i drive mode, con funzione automatica che stringe i fianchetti del sedile in modalità Sport. Soluzioni rare anche su auto di ben altra categoria.

La Lotus Eletre, insomma, è un ossimoro perfettamente funzionante: un SUV da pista, una sportiva da famiglia, una vettura da oltre due tonnellate capace di emozionare come un coupé compatto. È la prova che si può evolvere senza snaturarsi, e che anche un’auto nata per dominare l’asfalto urbano può trovare la sua vera voce tra i cordoli.

Emeya: l’altra faccia della velocità

Auto sportiva Lotus Emeya 600 Sport SE con design aerodinamico, veicolo elettrico ad alte prestazioni, dettagli di stile moderno, pneumatici sportivi e freni rossi, velocità su strada.
Image: Lotus

Nel mondo delle berline elettriche ad alte prestazioni, la Lotus Emeya si muove con un’eleganza che ha poco a che fare con la moda e molto con la sostanza. Non vuole stupire a ogni costo, ma lo fa comunque: con le forme affilate, la tecnologia avanzata, e una dinamica che una volta al volante racconta tutta un’altra storia.

Il suo aspetto da coupé a quattro porte è solo il prologo di ciò che accade quando si mette in moto. Con 918 CV nella versione 900 Sport, la Emeya scatta da 0 a 100 km/h in 2,78 secondi e raggiunge i 256 km/h, mantenendo una compostezza da manuale. La versione “base” da 612 CV offre comunque uno 0-100 in 4,15 secondi, a dimostrazione che non esistono davvero scelte “minori” all’interno della gamma.

Anche lei, come la Eletre, si affida a un’architettura a 800V, ma monta una batteria da 102 kWh. Le prestazioni di ricarica sono da record: bastano 14 minuti per passare dal 10 all’80% su una colonnina da 420 kW, e con 15 minuti si ottengono 350 km di autonomia. Sulla carta sono numeri, nella vita reale diventano libertà di movimento e tempi di attesa ridotti al minimo.

In pista, la Emeya è un’autentica sorpresa. Il peso di oltre 2.500 kg scompare dietro un comportamento preciso, affilato, naturale. Lo sterzo è diretto, l’assetto bilanciato, la distribuzione dei pesi 50/50 aiuta a mantenere l’equilibrio anche quando si cerca il limite. L’aerodinamica attiva contribuisce a tenere incollata l’auto all’asfalto, con elementi mobili che si adattano alla velocità e alla modalità di guida selezionata.

Auto sportiva elettrica Lotus Emeya 600 Sport SE su pista da corsa, carrozzeria bianca e dettagli in nero, design aerodinamico con pneumatici ad alte prestazioni.
Image: Lotus

Il risultato? Un’auto che trasmette sicurezza, ma non anestetizza. Anche le reazioni più intense rimangono filtrate dalla coerenza della piattaforma, che risponde con precisione e fluidità. I freni in acciaio, pur efficaci, vanno in affanno nei turni prolungati in pista, ma nell’uso quotidiano sono più che adeguati. Il vero punto di forza, però, è la doppia anima della Emeya.

Su strada, si trasforma. La rumorosità è praticamente assente, il comfort acustico è elevatissimo anche grazie al vetro laminato e alla cura dell’isolamento. A bordo, domina la tecnologia: il grande display OLED da 15,1 pollici, ben posizionato, controlla ogni aspetto del veicolo, comprese le bocchette dell’aria, con un’interfaccia però ancora troppo invasiva. Per tornare ad Apple CarPlay, ad esempio, occorre navigare nuovamente nei menu: un piccolo ostacolo che interrompe un’esperienza altrimenti impeccabile.

Il piacere si completa con l’impianto audio KEF da oltre 1000 watt, che avvolge conducente e passeggeri in un ambiente raffinato, dinamico, e sorprendentemente rilassato. I lunghi viaggi non sono solo possibili: diventano desiderabili.

La Lotus Emeya non cerca paragoni. Non vuole essere la rivale diretta di una Taycan o una Model S. Piuttosto, si pone come una terza via: quella di una GT pensata per chi guida, capace di coniugare la forza bruta con la sensibilità al volante. Una macchina che ti accompagna con la stessa disinvoltura tra i cordoli e sull’autostrada, senza chiedere di scegliere tra comfort e performance.

È il futuro del grand touring elettrico secondo Lotus: radicale nelle prestazioni, misurata nello stile, inaspettatamente umana nella guida.

Ricarica: la velocità effettiva non è una promessa

Schermo di Lotus Emeya Hypercharging con sistema di gestione energetica e ricarica veloce.
Image: Lotus

Se è vero che l’autonomia è il pensiero fisso di chi sceglie un’elettrica, Lotus risponde con un’architettura che più che rassicurare, libera. Eletre ed Emeya si basano entrambe su una piattaforma a 800V, sviluppata per garantire non solo prestazioni, ma anche tempi di ricarica ai vertici del segmento.

La Lotus Eletre ed Emeya supportano potenze fino a 350 kW. Tradotto in pratica: servono circa 14-20 minuti per portare la batteria dal 10 all’80%, tempo in cui si recuperano 350-420 km di autonomia a seconda del modello e delle condizioni.

La vera sorpresa è la stabilità della curva di ricarica: la potenza resta elevata anche quando la batteria non è completamente scarica, riducendo in modo concreto le soste. Niente cali improvvisi, niente attese inutili. La tecnologia fa la differenza, ma lo fa in modo discreto, rendendo ogni viaggio più fluido, più semplice, più vero.

Evoluzione in corso

Lotus Eletre Emira Emeya
Image: Lotus

Alla fine di questa giornata in pista e su strada, resta una sensazione: Lotus non ha tradito se stessa. Ha cambiato forma, si è evoluta, ma il nucleo, quel piacere di guida essenziale, quella risposta sincera, quella leggerezza che oggi non è più solo peso è ancora lì.

Dall’Emira all’Evija, ogni modello offre un modo diverso di intendere la performance. Non si tratta solo di potenza, di dati, di numeri. Si tratta di sensazioni. E Lotus, con linguaggi nuovi, riesce ancora a parlarle fluentemente.

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