La recensione della Mazda CX-60 Plug-in Hybrid su strada

Robin Grant
10/09/2022

La recensione della Mazda CX-60 Plug-in Hybrid su strada

Ne avevamo parlato negli scorsi mesi, ma ora la Mazda CX-60 Plug-in Hybrid è entrata in produzione, con le consegne che iniziano proprio in questo mese di settembre. Ecco la nostra recensione, con primo contatto, della Mazda CX-60 con motore 2.5L e-SkyActiv G Plug-in Hybrid da 327 CV in allestimento Exclusive Line a partire da 53.915 €.

Mazda CX-60 Plug-in Hybrid: me la consigli?

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Mazda è sinonimo di affidabilità e di qualità, e questa CX-60 Plug-in Hybrid non è da meno. Il primo modello dell’azienda di Hiroshima che arriva con anche la motorizzazione plug-in hybrid, e che inaugura il nuovo step di un costruttore che 10 anni fa è risorto dalle sue ceneri annunciando di voler entrare nel segmento premium.

Ecco, la CX-60 porta con sé una rinnovata tecnologia, qualità dei materiali pazzesca anche nell’allestimento medio-basso della nostra prova, una cura maniacale nella costruzione e una dinamica di guida che qui, per dimensioni e peso, è meno sportiva che su Mazda 3 o CX-30, ma offre comunque un ottimo scatto e una guida rilassata e silenziosa. Conclude il pacchetto l’ottimo spazio a bordo e la dotazione tecnologica che include anche due prese Shucko per la ricarica di tutti i dispositivi.

Il design Mazda si vede e si sente

Sul design mi ero speso molto in fase di presentazione, e lì avevo raccontato la filosofia dietro la nuova evoluzione del Kodo Design, con numerosi elementi presi dall’elettrica MX-30 ma anche tante novità.

Mazda CX-60 Hybrid

La nuova ammiraglia, insomma, si riconosce come Mazda fin da subito, sia grazie alla linea ricercata, e alla grande griglia anteriore con cromatura tutt’intorno; sia grazie alle colorazioni, che comprendono certo il Soul Crystal Red ma anche un’apprezzata novità come Rhodium White, bianco perla metallizzato molto elegante.

Mazda CX-60 Hybrid

Dal vivo, comunque, rende più che in foto, ed è meno grande di quello che sembra, anche se parliamo sempre di un SUV lungo quasi 4,8 metri. Merito della coda allungata, che porta tanto spazio agli occupanti posteriori e a un bagagliaio con capacità minima di 570 litri, che salgono a 1726 abbattendo i sedili posteriori.

Mazda CX-60 Hybrid

Dentro è un tripudio di comfort e qualità, in tutti gli allestimenti. Quello della mia prova, l’Exclusive Line, vede sedili in pelle nera abbinati alla plancia, con contrasto dato da elementi in alluminio, che ricoprono il tunnel centrale e i pannelli porta.

In altri allestimenti cambiano i rivestimenti, con il massimo raggiunto dal Takuma, il top di gamma con sedili e plancia rivestiti in pelle Nappa White e tunnel centrale con cuciture ispirate alla tecnica giapponese “Musubu“, e pannelli porta in legno d’acero con trattamento ispirato alla tecnica “Hacho“. Arte pura, tra le poche auto dove si vede che chi le produce ci tiene davvero.

Non mancano comunque elementi di modernità: le porte USB sono tutte di Tipo C, sia davanti che dietro; e ci sono anche le prese shucko per ricaricare anche dispositivi con batterie più capienti, come i laptop, di cui una sotto il divanetto posteriore e una nel bagagliaio.

Tanta tecnologia

Uno degli aspetti che ho sempre criticato alle Mazda è la questione relativa alla gestione dell’infotainment. Anche qui il costruttore nipponico si è sempre voluto distinguere dagli altri, con scelte anche molto condivisibili volte a ridurre al minimo le distrazioni: il display centrale è più lontano e più in alto rispetto alla gran parte delle vetture, ed è touch solo da fermo.

Mazda CX-60 Hybrid

Se ovviamente questo si integra bene con l’OS nativo, facile da controllare con il rotore quando l’auto è movimento e disattiva il touch, con Apple CarPlay e Android Auto, pensati invece per l’uso tattile, ottiene l’effetto contrario. Mazda CX-60, oltre ad essere la prima Mazda con compatibilità wireless per entrambi i sistemi, permette anche di mantenere il touch sulla smartphone replication anche quando l’auto è in movimento. Certo, rimane lo “scoglio” che lo schermo è un po’ lontano, e quindi conviene sempre affidarsi al rotore sul tunnel almeno per le operazioni più semplici, come tornare alla Home o al navigatore.

Dietro il volante debutta il nuovo cruscotto interamente digitale con head up display proiettato sul parabrezza, che permettono di avere tutto sotto controllo, senza quasi mai guardare lo schermo centrale. Una scelta che rientra nella volontà del marchio di rendere le auto sempre sicure, anche grazie alla dotazione di serie dei principali sistemi di sicurezza. Una novità inedita e molto apprezzata è il Kinematic Posture Control (KPC), che mantiene il conducente sempre nella corretta posizione di guida tramite una personalizzazione completa nel menu dedicato dell’infotainment.

Si guida bene, ma aspettiamo il diesel

327 CV è la potenza combinata del sistema PHEV di Mazda CX-60 Plug-in Hybrid Hybrid, che unisce un 2.5 L quattro cilindri a un motore elettrico da 175 CV e un pacco batterie da 17,8 kWh (la stessa capacità di una Smart elettrica), per una coppia totale di 500 N/m. È la Mazda da strada più potente che il costruttore abbia mai prodotto, e con un’accelerazione 0-100 in 5,8 secondi anche una delle più scattanti.

Mazda CX-60 Hybrid

In elettrico, tra l’altro, ci sono 62 km di autonomia su ciclo misto, piuttosto veritieri nel nostro percorso misto, e in elettrico si può arrivare fino a 140 km/h, come abbiamo testato sulle autostrade intorno a Colonia, spesso prive di limite di velocità. Grazie alla tensione di 355 Volt, la batteria impiega circa un’ora a caricarsi alle colonnine pubbliche, e a casa si carica in 6-8 ore senza wallbox.

Mazda CX-60 Hybrid

Comunque, per quanto potente, il peso di due tonnellate e le sospensioni tarate sul morbido suggeriscono più l’idea di un’auto grande viaggiatrice, rilassante, ma mai sportiva. Anche se con il Mi-Mode ci sono 4 modalità tra cui scegliere: Eco, Normal, Sport e Offroad, che cambiano discretamente l’assetto tra una e l’altra.

Devo dire che alla guida, che ha compreso anche tornanti e percorsi panoramici, mi sono divertito, pur non rimanendo io un fan di questo tipo di propulsioni: preferisco le cose “complete”, ovvero o solo a benzina/diesel, o solo elettrico.

Mazda CX-60 Hybrid

Per questo aspetto di guidare anche il 3.3 L diesel e-SkyActiv D che Mazda proporrà con tecnologia mild hybrid da 200 o 249 CV per il mercato italiano. Una scelta azzardata, controcorrente ma che grazie alla tecnologia di combustione alternativa chiamata Distribution-Controlled Partially Premixed Compression Ignition (DCPCI), promette un’efficienza mai vista con emissioni di 129 g di CO2 al km (record per un’auto di questa stazza e potenza) e consumi promessi di 4,9 litri ogni 100 km, soddisfando le prossime norme sulle emissioni e mantenendo al contempo un grande divertimento alla guida.

Prezzi e allestimenti della Mazda CX-60 Plug-in Hybrid

La Mazda CX-60 ha un prezzo che parte da 49.900 € per il 3.3 L e-SkyActiv Diesel da 200 CV con trazione posteriore, in allestimento Prime Line. Lo stesso motore da 249 CV è disponibile solo da Exclusive Line in su, con prezzo da 55.550 €.

La Mazda CX-60 Hybrid Plug-in parte invece da 51.915 € in allestimento Prime Line, che salgono a 53.915 € per la Exclusive Line della nostra prova.

L’allestimento Takumi costa 57.815 € sulla plug-in e 61.200 € sul diesel da 249 CV. Tutte le versioni sono dotate di cambio automatico a 8 rapporti.

 

Mazda CX-60 Hybrid

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