UE: niente test obbligatori per le moto, il Consiglio dice no

Il Consiglio UE conferma l’esenzione delle moto dai test obbligatori. Nessun collaudo periodico previsto nel nuovo pacchetto roadworthiness.

Bandiere blu dell'Unione Europea con cerchio di stelle dorate davanti a edificio ufficiale a Bruxelles.

Una decisione attesa da milioni di motociclisti in tutta Europa: il Consiglio dell’Unione Europea ha confermato l’esclusione delle moto dai test tecnici obbligatori, nel quadro della revisione del pacchetto europeo sulla sicurezza stradale.

Il pacchetto roadworthiness e la posizione degli Stati membri

Il pacchetto roadworthiness aggiornato include tre direttive relative ai controlli tecnici periodici, alle ispezioni su strada per i veicoli commerciali e alla gestione dei documenti di immatricolazione. Dopo mesi di dibattito, il Consiglio ha adottato una posizione che mantiene l’attuale regime per i motocicli, senza introdurre nuove revisioni obbligatorie.

Non ci saranno, dunque, cambiamenti sulla frequenza o sull’obbligo di collaudo per le due ruote. I motocicli continueranno a non essere soggetti a controlli tecnici periodici imposti a livello UE, lasciando agli Stati membri la libertà di decidere se e come applicarli.

A sostenere con forza questa posizione sono state organizzazioni come la FEMA (Federazione delle Associazioni Europee dei Motociclisti) e la FIM (Fédération Internationale de Motocyclisme). Da tempo impegnate a Bruxelles, hanno sottolineato come i difetti tecnici siano una causa marginale negli incidenti che coinvolgono motocicli.

Secondo Wim Taal, portavoce FEMA, i motociclisti tendono a effettuare la manutenzione regolarmente proprio perché il rischio è immediato. “Chi va in moto sa che ogni componente deve funzionare alla perfezione: la sicurezza è una priorità personale, non un’imposizione esterna”, ha spiegato.

I gruppi di difesa non si oppongono alla sicurezza, ma propongono approcci mirati. Formazione alla guida, miglioramento delle infrastrutture e maggiore attenzione degli automobilisti sono, secondo loro, strumenti ben più efficaci di controlli standardizzati e generalizzati.

L’accordo raggiunto è stato accolto con soddisfazione anche dalla presidenza di turno dell’UE, attualmente detenuta dalla Danimarca. Il ministro dei trasporti danese, Thomas Danielsen, ha evidenziato come il compromesso trovato permetta di modernizzare i sistemi di controllo senza aumentare gli oneri burocratici.

La prossima tappa: il Parlamento Europeo

Con la posizione del Consiglio ora definita, la parola passa al Parlamento Europeo, che dovrà esprimere la propria opinione sul pacchetto. È in quella fase che il confronto tra visioni tecniche, politiche e sociali entrerà nel vivo.

Le associazioni motociclistiche continueranno a far sentire la propria voce, puntando su dati, esperienze e buon senso per evitare modifiche che potrebbero rimettere in discussione l’esenzione.

Anche se l’iter legislativo non è ancora concluso, la posizione attuale del Consiglio rappresenta un punto fermo per tutti i motociclisti europei. Per ora, non ci sarà alcun obbligo generalizzato di collaudo per le moto. La speranza delle associazioni è che questa linea venga confermata anche nelle prossime fasi del processo legislativo.

Fonti: Fema, EURlex, Parlamento europeo, Consilium. Aggiornato il: 5 Dicembre 2025.

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