Sta per aprirsi un nuovo capitolo di contesa, con possibili ricadute immediate sulla sicurezza stradale. Il Codacons ha lanciato un avvertimento netto: se entro il 19 agosto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) non approverà il decreto attuativo, dal 18 ottobre tutti gli autovelox – fissi, mobili e tutor – diventeranno inutilizzabili. Non per scelta politica, bensì a causa di un paradosso normativo.
Il nodo centrale è l’obbligo di censire tutti i dispositivi, indicando localizzazione, modello, omologazione e conformità. Solo così essi potranno operare in modo legittimo. Ma il modulo digitale unico, indispensabile per la trasmissione dei dati da parte di Comuni, Province e Regioni, non è ancora disponibile. Senza quel formato, gli enti sono tecnicamente impossibilitati a ottemperare.
La legge, il ritardo e le tragedie annunciate
Il Decreto Infrastrutture, convertito nella legge n. 105 del 2025, stabilisce i termini: il Mit ha 30 giorni (ossia fino al 19 agosto) per predisporre il modulo; poi, gli enti dispongono di 60 giorni per inviare i dati. Senza questi passaggi, gli strumenti di controllo non potranno erogare sanzioni. Un meccanismo pensato per eliminare abusi e ripristinare trasparenza, che rischia però di provocare il caos più totale.
Secondo Ansa, l’applicazione sarà attiva da settembre sul sito del Mit, ma resta da capire se davvero arriverà in tempo per garantire il rispetto delle scadenze. Questa situazione si accompagna a un altro precedente scomodo: la Cassazione, nell’aprile 2024, ha annullato le multe emesse da autovelox approvati ma non omologati. Il risultato è un’immensa fragilità normativa in cui si muovono le amministrazioni.
Ipotesi e conseguenze concrete
Se il modulo tarderà, l’impatto sarà doppio. Anzitutto, la sicurezza stradale risulterà compromessa, perché i dispositivi di controllo automatico perderanno efficacia. In secondo luogo, i ricorsi per le multe diventeranno incontrollabili, mettendo in affanno i bilanci dei Comuni e alimentando il senso di sfiducia tra gli automobilisti.
Il Codacons parla esplicitamente di “paradosso grottesco”: lo Stato impone una regola, ma impedisce di rispettarla. Le conseguenze, specie per gli enti virtuosi che vorrebbero collaborare, rischiano di essere ingiuste e devastanti.