Clemson University e Ford insieme per un’auto a guida autonoma

Robin Grant
28/10/2020

Clemson University e Ford insieme per un’auto a guida autonoma

Abbiamo più volte visto l’interesse espresso dalle case automobilistiche per la formazione dei futuri ingegneri e designer. I progetti di laurea di Master TAD di Milano o IED di Torino, per esempio, sono stati realizzati con la collaborazione del gruppo Jaguar-Land Rover e di Suzuki. Negli Stati Uniti non è da meno: Ford ha infatti aiutato un gruppo di studenti della Clemson University, ateneo pubblico del South Carolina, ha realizzare la loro prima auto a guida autonoma, con l’obiettivo di preparare le nuove generazioni a quello che è il lavoro odierno in una grande azienda quale è la casa dell’ovale blu.

Clemson University e Ford: il programma Deep Orange

Quella tra Ford e l’università di Clemson non è una collaborazione nuova. Al contrario, sono 12 anni che l’azienda automobilistica e l’ateneo statunitense organizzano il corso di Master biennale chiamato Deep Orange, che si propone di insegnare e formare gli studenti tramite delle operazioni pratiche e sul campo. I ragazzi, infatti, vengono riuniti in delle squadre e spronati a progettare e costruire una concept car perfettamente funzionante, e così facendo hanno la possibilità di vedere personalmente come un’auto passa dal rendering alla realtà.

Quest’anno, Deep Orange, sponsorizzato da Ford, ha incaricato gli studenti della Clemson University di progettare una concept car a guida autonoma, il primo mai costruito nell’ateneo del South Carolina. E non una semplice auto che si guidasse da sola, operazione già di per sé complessa: agli studenti, infatti, è stato chiesto di progettare un’auto che garantisse un’esperienza utente inedita e innovativa, cosa che li ha spinti a focalizzarsi sul comfort durante la marcia della vettura, sul controllo sia vocale che gestuale dei comandi, e altri elementi per migliorare l’esperienza di viaggio degli acquirenti.

Clemson University

Lo staff di Ford e gli studenti della Clemson University si sono di frequente incontrati per revisionare il progetto, e per delle sessioni di brainstorming che avevano lo scopo di far nascere nuove idee. Grazie a questo programma, intenso ma anche molto produttivo, durato due anni, gli scritti al programma Deep Orange di Ford e Clemson University hanno imparato come funziona la progettazione di un veicolo nel suo ciclo intero, e hanno potuto avere una reale esperienza su come si affrontano i problemi quando ciò che si sta realizzando non è proprio come quello che avevi immaginato nelle progettazioni al computer.

Gli elementi chiave dell’auto di Ford e Clemson University

Il lavoro, comunque è stato portato a termine con successo. Per poter finire il progetto, e realizzare quindi una vera e propria concept car a guida autonoma, gli studenti della Clemson University hanno seguito dei criteri base: valorizzazione dello spazio, tanta autonomia, chiarezza dei comandi, comfort.

Per quanto riguarda lo spazio, gli studenti hanno potuto essere molto creativi e dare luogo a tutta la loro fantasia per quanto riguarda i precetti di interior design. Il risultato è molto accattivante: la vettura a guida autonoma di Clemson University è stata concepita come un’auto personale, per viaggiare con famiglia e amici, e per questo appare come un comodo soggiorno mobile. Infatti, i 4 sedili sono disposti in modo da essere uno di fronte all’altro, mentre l’accesso alla vettura è semplice grazie alla presenza delle porte scorrevoli automatiche che si aprono a veicolo fermo quando vi si entra o esce.

La progettazione ha puntato a un veicolo dotato di molta autonomia, anche se il focus principale è sempre stato quello di un veicolo che si guidasse completamente e perfettamente da solo – cosa per niente semplice. I ragazzi hanno quindi usato un muretto da golf come prototipo per testare le capacità dei vari software, come quello del parcheggio, e hanno fatto in modo che il veicolo potesse eseguire perfettamente tutti i tipi di manovra, anche quelle di parcheggio in parallelo che sono notoriamente le più complesse.

Per rendere più semplici queste operazioni, quelle del parcheggio ma anche tutte le altre, il team ha lavorato molto alla possibilità di dare comandi vocali e anche gestuali. Per esempio, un passeggero può indicare o dire alla vettura di parcheggiare sul lato alla sua sinistra, e la vettura andrebbe avanti fino a che non trova un posto libero per parcheggiare su quel lato. Un’idea intelligente, non solo per la modalità, ma anche perché nell’era del coronavirus riduce drasticamente la necessità di interfacce touch.

Infine, la squadra di studenti della Clemson University ha pensato a un sistema per il monitoraggio del comfort, e questo significa dare la possibilità agli utenti di regolare il comportamento della vettura soprattutto quando le persone soffrono di cinetosi. La proposta degli studenti è quella di monitorare lo stato delle persone con delle magliette intelligenti e delle valutazioni della cinetosi, che danno al veicolo modo di regolare la velocità se i passeggeri si sentono a disagio.

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