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Mega denuncia del Codacons in 104 procure per il caro carburanti

Il Codacons denuncia che il prezzo del petrolio è sceso mentre i prezzi alla pompa sono saliti nonostante i tagli fiscali del Governo.

Il Codacons continua la battaglia contro il caro carburante con una mega denuncia in 104 procure in contemporanea in tutta Italia. Contro i rincari di benzina e gasolio alla pompa dovranno attivarsi l’Antitrust e le Procure della Repubblica, allo scopo di accertare chi sta speculando sulla pelle degli italiani.

Il Codacons ha presentato infatti oggi un nuovo esposto all’Autorità per la concorrenza e a 104 Procure di tutta Italia chiedendo di aprire una indagine sulla nuova ondata di aumenti dei prezzi dei carburanti, alla luce delle possibili fattispecie di aggiotaggio e manovre speculative su merci, e di disporre sequestri presso le società petrolifere.

Oggi la benzina costa oltre il 25% in più rispetto allo scorso anno, mentre il gasolio è rincarato di circa il 33% sul 2021, dice il Codacons. Un andamento dei listini del tutto anomalo, che si registra nonostante il taglio delle accise disposto dal Governo e che non sembra essere giustificato dalle quotazioni petrolifere.

Negli ultimi mesi, infatti, il petrolio ha raggiunto il suo picco il 9 marzo 2022, quando il Brent ha toccato la soglia dei 131 dollari al barile – analizza il Codacons – In tale data la benzina, e senza il taglio delle accise pari a -30,5 cent scattato solo il 22 marzo, costava in media 2,048 euro al litro in modalità self, 1,966 euro il gasolio. Oggi il petrolio si attesta attorno ai 120 dollari al barile, mentre la verde costa in media 2,069 euro al litro e il gasolio 2,006 al litro.

Questo significa che nonostante le quotazioni del petrolio siano calate dell’8,4% rispetto a marzo e malgrado il taglio delle accise, benzina e gasolio costano ingiustificatamente di più!

Per dare un quadro della gravità della situazione, basta considerare che in assenza del taglio delle accise pari a 30,5 centesimi di euro al litro, la benzina costerebbe oggi 2,419 euro al litro (2,356 euro il gasolio) superando il record storico raggiunto nell’ottobre del 1976, quando un litro di benzina arrivò a costare 500 lire, pari a 2,31 euro a valori correnti.

Con il nostro esposto chiediamo ad Antitrust e Procure di tutta Italia di attivarsi per capire chi stia speculando aumentando ingiustificatamente i listini dei carburanti alla pompa, che salgono nonostante il calo del petrolio, e di aprire indagini sul territorio attraverso l’ausilio di Nas e Guardia di Finanza per i reati di manovre speculative su merci e aggiotaggio, sequestrando atti e documenti utili presso le sedi delle società petrolifere presenti in Italia” – afferma il presidente Carlo Rienzi.

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