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L’intelligenza artificiale sta riequilibrando il potere nei mercati. Mai più truffe o fregature quando si compra un’auto.

L’intelligenza artificiale sta riequilibrando il potere nei mercati globali. Analisi su come l’AI ridisegna strategie aziendali, competitività e rapporti economici nel 2025.

Fino a pochi anni fa, firmare un contratto d’affitto o acquistare un’auto usata implicava affidarsi completamente alla parola del venditore. Chi comprava, spesso, era costretto a muoversi in una nebbia di incertezza. Oggi, grazie all’intelligenza artificiale, tutto questo sta cambiando.

Con un semplice caricamento del contratto su un assistente virtuale come ChatGPT, è possibile identificare clausole ambigue o condizioni svantaggiose. Un interessante articolo dell’Economist spiega come uno strumento simile consente di negoziare meglio l’acquisto di un’auto o persino di ottenere risarcimenti più facilmente. Il risultato è che molti settori basati sulla disinformazione o sull’inerzia dei clienti stanno subendo un ridimensionamento.

L’asimmetria informativa perde terreno

In economia, l’asimmetria informativa è una condizione in cui chi vende conosce più del compratore. È ciò che permette a un professionista poco onesto di gonfiare preventivi, suggerire cure non necessarie o mascherare difetti in un prodotto. L’economista George Akerlof, negli anni ’70, usò l’esempio dell’auto usata per descrivere questo fenomeno: il timore di acquistare una “macchina difettosa” frena il mercato e penalizza anche chi è onesto.

Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale a portata di smartphone, questo squilibrio si riduce. Chatbot come Claude o ChatGPT sono già in grado di suggerire soluzioni tecniche, legali o mediche con un livello di affidabilità crescente. Alcuni strumenti, come CarEdge o Pruvo, automatizzano trattative e monitoraggio dei prezzi per conto degli utenti.

La fine dell’“economia dell’inganno”?

Secondo uno studio britannico del 2024, la cattiva qualità di beni e servizi costa ogni anno ai cittadini l’equivalente del 2,5% del PIL. In settori come sanità, edilizia, consulenze e assistenza burocratica, il rischio di ricevere informazioni parziali o errate è ancora elevato. Tuttavia, l’intelligenza artificiale sta già incidendo: il 49% dei reclami finanziari redatti con l’aiuto di IA ha ricevuto risposta positiva, contro il 40% di quelli scritti manualmente.

Non si tratta solo di seguire suggerimenti generici. I risultati migliori arrivano quando l’utente interagisce attivamente con l’IA, valutandone la qualità dei consigli e adattandoli alla situazione. Gli esperimenti mostrano che l’intelligenza artificiale, se usata con giudizio, può migliorare la capacità negoziale di chi la impiega.

Il prossimo scontro: IA contro IA

Ma i venditori non resteranno fermi. Alcuni già utilizzano descrizioni prodotto generate da algoritmi o software in grado di suggerire le contromosse più vantaggiose contro i consumatori digitalmente evoluti. Si profila un nuovo scenario in cui entrambe le parti, cliente e fornitore, si affideranno a intelligenze artificiali, e dove potrebbero rendersi necessari arbitri imparziali automatizzati, per garantire decisioni corrette e trasparenti.

L’era del consumatore disinformato sta finendo. Inizia quella del consumatore consapevole, assistito da un’intelligenza che lo aiuta a fare scelte migliori. Un cambiamento che promette di rendere i mercati più equi, efficienti e trasparenti.

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