Silk Faw

Per Silk Faw la supercar elettrica deve nascere in Italia

L'alleanza Silk Faw ha scelto l'Italia come terra di sviluppo, progettazione e produzione delle sue hyper car sostenibili, a partire dalla Hongqi S9

In tempi come questi, pensare a un’alleanza tra Cina e Stati Uniti potrebbe sembrare impossibile, ma è proprio quanto accaduto tra l’azienda cinese Faw, tra le leader nel suo mercato per la produzione di auto elettriche, e Silk EV, una società americana di ingegneria e design automobilistico, che ha sede a New York, a Changchun (Cina), e a Modena. L’Italia è infatti la terza protagonista dell’alleanza Silk Faw, perché è proprio nel nostro Paese che vedranno concretizzarsi i progetti di una partnership dedicata allo sviluppo e alla produzione di vetture elettriche e ibride plug-in di fascia alta.

Come detto, è l’Italia quella che dalle due società viene considerata come meta ideale per localizzare gli impianti produttivi, e per le attività di Ricerca, Sviluppo, Design e Produzione. Sarà infatti la Motor Valley, dove del resto Silk EV ha il suo centro produttivo, a beneficiare degli investimenti di questa importante joint venture. Le due aziende, infatti, investiranno 1 miliardo di euro a Reggio Emilia per costruire un polo di nuove auto elettriche di fascia alta.

Silk Faw è la joint per una guida piacevole e sostenibile

L’obiettivo della partnership tra queste due aziende è quello di portare sul mercato nuove auto sportive e berline di lusso con l’obiettivo di unire un’esperienza di guida che sia emozionante e sostenibile, all’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, e a un ecosistema di fornitori di primo livello per creare un vero e proprio sistema globale.

Oltre all’Italia, comunque, l’accordo riguarda anche la Cina: le due società hanno stanziato 1,3 miliardi di euro in 5 anni per la realizzazione di una nuova fabbrica a Changchun e produrre veicoli con marchio Hongqi, che noi abbiamo conosciuto per le sue vetture dal design “particolare”.

Gli italiani nelle cariche cruciali

L’Italia è, insomma, una terra cruciale per l’alleanza Silk Faw, e questo non solo perché la Terra dei Motori sarà lo scenario di sviluppo e produzione, ma anche perché la squadra manageriale è composta da nomi di spicco nel panorama automobilistico mondiale. L’ultimo è quello di Roberto Fedeli, l’ingegnere che ha dato vita a due gioielli quali l’Alfa Romeo Stelvio e la Ferrari LaFerrari, che ora in Silk Faw ha la carica di Chief Technology & Innovation Officer, oltre ad essere membro del team esecutivo di Silk Faw.

Roberto Fedeli dovrà identificare le tecnologie più efficaci e avanguardistiche da destinare alla “Serie S” delle auto Silk Faw, in modo da renderne più veloce lo sviluppo sia nel mercato cinese che in quello internazionale. Fedeli avrà poi il compito di visionare l’intero ciclo di sviluppo di automobili e prodotti di mobilità si dal primo concept, e sarà responsabile dei centri di innovazione di Silk Faw sia in Italia che in Cina, collaborando insieme a poli universitari, Think Thank e giovani ricercatori.

Ma Fedeli non è il solo: il team manageriale di Silk Faw comprende infatti anche Walter De Silva, uno dei designer italiani più importanti al mondo, autore dell’attuale corso stilistico del gruppo Volkswagen, e delle Alfa Romeo 156 e 147, per citarne alcune. Infine, il gruppo comprende anche Amedeo Felisa, colui che ha rilanciato Ferrari dopo la morte del suo omonimo fondatore, Enzo Ferrari.

La joint Silk Faw, quindi, si prospetta come un’enorme opportunità per l’industria automobilistica italiana, sempre meno considerata dalle istituzioni del Bel Paese.

La Hongqi S9

Come detto, sarà Hongqi il marchio del gruppo Faw ad essere utilizzato per la Joint Venture, e il primo prodotto già in fase di sviluppo è la Hongqi S9, prima di questo brand ad avere un’identità sua. Il design è visibilmente frutto del team manageriale italiano, ed è davvero molto piacevole da vedere.

Forme moderne, morbide e non squadrate come vogliono i tempi, e aspetto da vera hyper car. Honqi S9 è realizzata con tutte le più avanguardistiche tecniche moderne, che vedono una lunga coda (una delle poche super car con coda più lunga del cofano), space frame sotto il vetro, cockpit di ultima generazione e “aeroDESIGN” che coinvolge ogni aspetto della carrozzeria, compresi i cerchi che sono particolari.

L’anteriore, che forse potrebbe ricordare un po’ la Maserati MC20, è costituito da un’alternanza tra il rosso acceso della carrozzeria e il nero di cofano e zona inferiore del paraurti, mentre i fari sono allungati in verticale, a LED e con trama tridimensionale. Al centro svetta il logo Hongqi, simmetrico come la linea rossa che divide a metà l’anteriore.

Il profilo è caratterizzato da prese d’aria sulle portiere, una anteriore e una posteriore, e dalla stessa alternanza rosso-nero che distingue tutta la hyper car di Silk Faw, mentre è impossibile non notare i cerchi con doppio design, anch’essi tridimensionali: dietro le razze sottili, davanti una copertura aerodinamica semi-trasparente, che dà un ottimo effetto.

Dietro, invece, i fari sono sempre a LED e più regolari nelle forme, mentre per il resto ci sono grandi prese d’aria e accorgimenti volti a migliorare l’aerodinamica, compreso il sinuoso spoiler posteriore. Hongqi S9 ha una potenza di 1400 CV e una velocità massima di oltre 400 km/h, ed è una vettura ibrida plug-in: la grande coppia garantita dalla combinazione dei motori elettrico e termico garantisce un’accelerazione 0-100 in 1,9 secondi.

La S9 sarà prodotta nel citato stabilimento vicino a Reggio Emilia.

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