Primo piano di un telecomando puntato verso una TV che mostra una partita di calcio in streaming, in un salotto con luci soffuse. Rappresenta l’uso del pezzotto gratis per vedere eventi sportivi.

Pezzotto gratis, dove trovarlo e i rischi per chi lo usa

Pezzotto gratis: dove reperirlo e quali sono i rischi per chi lo usa. Una guida informativa sui pericoli legali, multe e conseguenze della pirateria IPTV.

Nel contesto della Formula 1 e MotoGP, molti appassionati italiani cercano soluzioni economiche per seguire le dirette, anche ricorrendo a sistemi illegali comunemente chiamati “pezzotto”.

È fondamentale comprendere che non esistono modalità gratuite legali. L’utilizzo di decoder o box IPTV pirata comporta rischi rilevanti: dalle sanzioni amministrative fino a 5 000 €, alle potenziali minacce informatiche, fino alla possibile censura e oscuramento dei servizi da parte delle autorità.

Le nuove disposizioni legislative, in vigore dall’8 agosto 2023, rafforzano gli strumenti di repressione contro questi comportamenti illeciti, coinvolgendo anche l’AGCOM e il Ministero della Cultura per azioni rapide ed efficaci.

Domande Frequenti (FAQ)

Cos’è il “pezzotto” e come funziona?

Il termine “pezzotto” indica un decoder o box pirata che permette la visione di contenuti a pagamento (come le gare di F1 o MotoGP) attraverso server illegali. Questi flussi avvengono tramite la cattura e la redistribuzione non autorizzata di segnali provenienti da abbonamenti legittimi.

Guardare F1 o MotoGP con il pezzotto è legale?

No. Guardare eventi sportivi tramite il pezzotto costituisce una forma di pirateria audiovisiva, ossia una violazione del diritto d’autore.

Quali sanzioni rischiano gli utenti che utilizzano il pezzotto?

Secondo la Legge 14 luglio 2023, n. 93, nota come “legge anti‑pezzotto”, in vigore dal 8 agosto 2023, l’uso di servizi pirata è considerato un illecito amministrativo. Le sanzioni per gli utenti finali variano da 1 000 € a 5 000 € per infrazione accertata. Inoltre, AGCOM può disporre l’oscuramento immediato dei servizi entro un massimo di 30 minuti dalla comunicazione.

Il pezzotto può nascondere malware o mettere a rischio i dispositivi?

Sebbene non ci siano fonti istituzionali che elenchino specificamente i rischi informatici, è noto che dispositivi non autorizzati spesso contengono software di dubbia origine, esponendo l’utente a malware o altri rischi legati alla sicurezza digitale. È un pericolo concreto, soprattutto lungo canali non ufficiali.

Chi vigila e contrasta il fenomeno del pezzotto?

Il contrasto coinvolge diversi attori:
AGCOM, che può ordinare blocchi rapidi dei flussi illegali (entro 30 minuti dalla segnalazione).
– Il Ministero della Cultura, insieme alla Presidenza del Consiglio, promuovono campagne di sensibilizzazione (come quella con testimonial Bobo Vieri).
– La FAPAV (Federazione anti-pirateria audiovisiva) agisce per tutelare i diritti delle industrie creative.

6. Chi rischia di più: l’utente o chi fornisce il servizio illegale?

La nuova normativa mira a colpire entrambi, ma prevede misure più dure per i fornitori, che possono incorrere in sanzioni penali e detenzioni fino a un anno. Gli utenti, invece, affrontano sanzioni amministrative fino a 5 000 €.

Esistono alternative legali e gratuite per seguire F1 o MotoGP?

Sì. Alcune gare sono trasmesse su canali in chiaro (es. TV8) o visibili con abbonamenti ufficiali (DAZN, Sky, Prime Video). Queste soluzioni garantiscono qualità, sicurezza e rispetto della normativa. Non sono “gratis”, ma sono pienamente legali e permettono una fruizione senza rischi.

Le multe partono automaticamente?

Sì, grazie al protocollo tra AGCOM, Guardia di Finanza e Procura, la violazione può generare sanzioni automatiche per l’utente finale, che riceve anche una convocazione ufficiale.

Quali sono le alternative legali per seguire F1 e MotoGP?

Esistono canali in chiaro (es. TV8) o servizi legali via abbonamento (DAZN, Sky, Prime Video) che garantiscono qualità, sicurezza e rispetto della normativa.

Quali iniziative di prevenzione e sensibilizzazione esistono?

AGCOM promuove l’educazione digitale e la conoscenza dell’offerta legale tramite campagne informativa nelle scuole e spot pubblici.

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