Arrivava da Hiroshima la Mazda R360 Coupe, prima auto della casa giapponese

Marco Dimartino
22/10/2023

Arrivava da Hiroshima la Mazda R360 Coupe, prima auto della casa giapponese

Mazda R360 Coupe, piccola e adorabile lanciata 60 anni fa, la Mazda R360 divenne immediatamente il nuovo punto di riferimento per le microcar in Giappone. La R360 ha anche definito il DNA di Mazda come produttore di veicoli che si distinguono per lo stile, efficienti e soprattutto divertenti da guidare. Le analogie tra allora e oggi sono molte.

Poco conosciuta fuori del Giappone, la Mazda R360 è stata un grande successo in patria. La prima autovettura dell’azienda vendette 4.500 unità nel giorno del lancio nel maggio 1960 e alla fine di quell’anno conquistò quasi i due terzi del fiorente segmento delle kei car” (microcar) in Giappone, per non parlare dell’oltre 15% dell’intero mercato automobilistico nazionale.

Mazda R360 Coupe

La R360 non è stata la prima kei car sul mercato, ma è diventata subito la più popolare grazie al suo stile, alla leggerezza, al coinvolgimento del conducente e alla convenienza.

La prima vettura Mazda era anche molto efficiente, con un motore a quattro tempi più silenzioso e pulito, nonché più parca in termini di consumo di carburante, affidabile e facile da usare rispetto ai propulsori a due tempi utilizzati dalla concorrenza.

Mazda R360 Coupe

Il due cilindri a V da 360 cm3 della R360 erogava 12kW/16CV, che non sembrano tanti, ma doveva muovere solo 380 kg. La velocità massima era di 84 km/h: abbastanza buona per la categoria e addirittura abbondante considerando le condizioni delle strade in Giappone all’inizio degli anni ‘60.

Realizzare una vettura attraente con tali limiti richiese ingegnosità. Non potendo agire sulla cilindrata del motore, Mazda rivolse la propria attenzione nel bilanciare gli aspetti che poteva controllare, come l’innovazione nel design e il peso. Era la nascita della strategia del grammo del costruttore, un’ossessione per il contenimento della massa.

Mazda R360 Coupe

Il risultato fu la vettura più leggera della sua categoria e di fatto la quattro posti più leggera al mondo. Mazda esaminò ogni possibilità per ridurre il peso. Sotto il cofano della Mazda R360 Coupe a motore posteriore, gli ingegneri scelsero testate in alluminio e la lega di magnesio per la scatola del cambio e la coppa dell’olio.

Anche il cofano era in alluminio, mentre il lunotto posteriore utilizzava un plexiglass sviluppato appositamente. Inoltre la struttura monoscocca senza telaio offrì ulteriori vantaggi in termini di peso e una sicurezza superiore negli urti. È stata una lezione iniziale di Mazda sull’ingegneria per contenere il peso, oggi un elemento centrale della sua Skyactiv Technology.

La leggerezza ha migliorato il comportamento su strada della Mazda R360 Coupe, così come altre caratteristiche quali le sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, la cui configurazione leggera ha ridotto le vibrazioni e migliorato il comfort di marcia, soprattutto sullo sconnesso. Oltre al motore a quattro tempi, il cambio manuale e quello opzionale semiautomatico a quattro marce della R360 – primo esempio giapponese di automatico con convertitore di coppia – la distingueva dalla concorrenza che offriva dei cambi manuali a tre marce.

Mazda R360 Coupe

Di conseguenza, la R360 era coinvolgente e divertente. Esprimendo lo spirito Jinba Ittai, la connessione tra conducente e vettura, offriva un’esperienza di guida superiore per una microcar di quell’epoca. Un altro è il focus sullo stile: mentre all’epoca la maggior parte delle kei car erano berline o familiari, Mazda progettò una coupé elegante.

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Tuttavia, nonostante l’ingegneria innovativa e i materiali relativamente costosi, una produzione efficiente consentì a Mazda di mantenere il prezzo della Mazda R360 Coupe manuale a ¥ 300.000. Attraente e raggiungibile, ha dominato il mercato delle kei car sin dal giorno del suo lancio.

La R360 ha contribuito a definire l’esclusiva filosofia automobilistica Mazda. L’attenzione su innovazione, equilibrio, ingegneria della leggerezza e divertimento di guida prevale ancora a distanza di 60 anni.

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