Un nuovo studio di AlixPartners mostra che la capacità produttiva mondiale di batterie per auto elettriche è fino a cinque volte superiore alla domanda reale. L’eccesso riguarda Cina, Europa e Stati Uniti e mette sotto pressione produttori e investitori del settore.
Il mercato delle batterie per veicoli elettrici vive una fase di profonda incertezza. Dopo anni di investimenti miliardari in nuove gigafactory, il settore si trova oggi con una capacità produttiva ben superiore alla domanda. A denunciarlo è l’ultimo rapporto della società di consulenza AlixPartners, che parla apertamente di “sovracostruzione globale”.
Un eccesso di capacità in ogni continente
La ricerca evidenzia un quadro sorprendente: in Nord America la produzione disponibile è quasi il doppio della domanda attuale, in Europa supera di oltre due volte la richiesta, mentre in Cina il rapporto sfiora quota 6 a 1. Si tratta di numeri che mettono in discussione la sostenibilità economica di un intero comparto, nato sull’onda dell’entusiasmo per la transizione energetica.
Dietro questo squilibrio ci sono anni di incentivi pubblici, regolamenti ambiziosi e una corsa globale a costruire impianti prima ancora di avere un mercato stabile. In molti casi le previsioni di vendita di auto elettriche si sono rivelate troppo ottimistiche e oggi numerose fabbriche lavorano a ritmi ridotti.
I motivi del rallentamento
Il principale fattore che frena la domanda di veicoli elettrici resta il costo d’acquisto. Nonostante il calo dei prezzi delle batterie, i modelli elettrici continuano a essere più cari rispetto alle auto a benzina o ibride. In diversi Paesi, inoltre, gli incentivi statali sono stati ridimensionati e questo ha ridotto ulteriormente l’interesse dei consumatori.
A questo si aggiunge la fine di alcuni sussidi pubblici negli Stati Uniti e il rallentamento delle politiche ambientali in Europa, che rendono più difficile pianificare nuovi investimenti. Le aziende si trovano quindi a dover gestire impianti costosi con margini sempre più ridotti, mentre la concorrenza internazionale si intensifica.
Pressione finanziaria e rischio di consolidamento
Secondo AlixPartners, nei prossimi anni assisteremo a una fase di consolidamento: fusioni, acquisizioni e chiusure di siti produttivi. I gruppi più piccoli potrebbero essere inglobati dai grandi costruttori o dai fornitori con maggiori risorse. La stabilità finanziaria dei produttori di celle, molti dei quali non hanno ancora raggiunto la redditività, è considerata uno dei punti più critici.
Anche in Europa il rischio è concreto. Alcuni progetti di gigafactory annunciati con grande enfasi negli ultimi anni sono stati sospesi o ridimensionati, mentre in Asia alcune aziende minori stanno cercando di riconvertire parte della produzione verso altri settori.
Possibili vie d’uscita
L’unico fronte in crescita costante è quello dell’accumulo energetico. Con la diffusione delle rinnovabili e la crescita dei data center alimentati da intelligenza artificiale, la richiesta di sistemi di stoccaggio di energia (BESS) sta aumentando rapidamente. Una parte delle batterie in eccesso potrebbe essere destinata a questo mercato, che richiede volumi elevati ma tollera densità energetiche inferiori rispetto alle auto.
Alcuni costruttori stanno già adattando la produzione in questa direzione, trasformando il surplus di celle per veicoli in moduli destinati alla rete elettrica. Non è una soluzione definitiva, ma può alleggerire la pressione sul comparto automobilistico.
Un futuro da ridefinire
Il rapporto prevede che il rapporto tra capacità e domanda continuerà a peggiorare almeno fino al 2028, per poi stabilizzarsi entro il 2030. Ciò significa che molte aziende dovranno ripensare i propri piani industriali, rinviando nuove costruzioni e concentrandosi sull’efficienza delle fabbriche esistenti.
Come spiegano gli analisti, il settore si trova in un momento di sospensione: gli investimenti non si fermano del tutto, ma procedono con maggiore cautela. I produttori devono mantenere la flessibilità necessaria per aggiornare tecnologie e chimiche delle batterie in base all’evoluzione del mercato.
Domande frequenti
Negli ultimi anni governi e aziende hanno investito miliardi per costruire nuove fabbriche, ma la domanda reale non è cresciuta allo stesso ritmo. Oggi la capacità produttiva è molto superiore al numero di auto elettriche vendute.
La Cina è il mercato più colpito, seguita da Europa e Stati Uniti. Tutte le principali regioni industriali hanno però costruito impianti in eccesso rispetto alle esigenze del mercato.
La sovrapproduzione potrebbe generare crisi finanziarie tra i produttori di batterie, fusioni e chiusure di stabilimenti. Potrebbero rallentare anche i piani di transizione elettrica dei costruttori automobilistici.
Una parte della produzione in eccesso potrebbe essere riconvertita verso il mercato dell’energia, in particolare per i sistemi di accumulo. Nel lungo periodo servirà un equilibrio più realistico tra produzione, domanda e incentivi pubblici.
Fonti: AlixPartners, InsideEVs, BloombergNEF.
Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2025.
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