Tesla nella bufera: un “team segreto” annullava i reclami dei clienti sull’autonomia

Gianluca Pezzi
28/07/2023

Tesla nella bufera: un “team segreto” annullava i reclami dei clienti sull’autonomia
Image: Milancsi @ Unsplash

Tesla è al centro di polemiche negli USA a seguito di accuse riguardanti la creazione di una “team segreta” per nascondere migliaia di reclami sull’autonomia delle sue auto elettriche. Secondo Reuters, Tesla avrebbe istruito i propri dipendenti per evitare che i clienti insoddisfatti per le prestazioni dell’autonomia portassero le loro auto in assistenza.

Questo team, noto come “Diversion Team”, avrebbe avuto il compito di annullare il maggior numero possibile di appuntamenti legati a problemi di autonomia, al fine di ridurre la pressione sui centri assistenza ed, in ultima analisi, far risparmiare denaro all’azienda di Elon Musk.

La creazione del Diversion Team

Elon Musk

La creazione del cosiddetto Diversion Team sarebbe avvenuta in segreto lo scorso anno, quando i centri assistenza Tesla erano innondati da appuntamenti di clienti delusi dall’autonomia promessa e non mantenuta. L’azienda avrebbe creato questa squadra nella città di Las Vegas con l’obiettivo di annullare il maggior numero possibile di appuntamenti riguardanti proprio l’autonomia.

Secondo le fonti, il Diversion Team avrebbe chiuso centinaia di casi a settimana e i dipendenti sarebbero stati valutati in base al numero medio di appuntamenti annullati al giorno. I manager avrebbero spiegato ai membri del team che ogni appuntamento annullato avrebbe fatto risparmiare all’azienda circa 1.000 dollari. Alcuni dipendenti avrebbero addirittura festeggiato il successo di un appuntamento annullato suonando un xilofono di metallo e ricevendo applausi dai colleghi.

Dati sull’autonomia “gonfiati” con trucco legale

tesla charge
Foto di Vlad Tchompalov su Unsplash

Molti clienti si lamentavano di non riuscire a raggiungere la distanza di guida indicata dalla casa automobilistica stessa e dalle stime visualizzate sul cruscotto delle auto. C’è da dire che nella maggior parte dei casi, le auto probabilmente non avevano bisogno di essere riparate, la loro performance di autonomia era stata semplicemente sopravvalutata.

Le accuse si basano sull’ipotesi che Tesla abbia gonfiato in qualche modo le stime di autonomia dei suoi veicoli, creando aspettative irrealistiche nei consumatori. Il modo in cui pare abbia giocato con i numeri sembra essere un po’ più complicato. Come Car And Driver ha descritto in dettaglio nel 2020, Tesla è in grado di aggirare la stima della gamma dell’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) con uno speciale “fattore di adeguamento”.

Durante le misurazioni, i veicoli elettrici sono legati a un dinamometro, essenzialmente un tapis roulant per auto, e sottoposti ripetutamente a un regime di test che termina solo quando la batteria è scarica al punto che il veicolo non può più mantenere la velocità richiesta.

Questa procedura utilizza lo stesso ciclo urbano EPA, ovvero velocità media di 20 mph su 7,5 miglia con 18 fermate, e ciclo autostradale ossia velocità media di 48 mph per 10,3 miglia, utilizzato per i test di tuttle auto negli USA. Entrambi i cicli sono caratterizzati da una guida estremamente delicata: l’accelerazione più aggressiva sarebbe equivalente a un tempo di 18 secondi a 60 mph. Tra i circuiti urbani e autostradali, il test richiede una velocità costante di 55 o 65 mph per scaricare la batteria.

L’EPA sa che questi test a bassa velocità non sono rappresentativi del mondo reale, quindi vengono messi in campo alcuni fattori di regolazione per ottenere una cifra più realistica per il consumatore. È qui che diventa interessante. Il fattore di regolazione predefinito riduce del 30 percento l’autonomia. Quindi un’auto che raggiunge 300 miglia di autonomia durante il test del dinamometro del ciclo cittadino finisce con una valutazione della città di 210 miglia.

Tuttavia, l’EPA consente alle case automobilistiche di eseguire tre cicli di guida aggiuntivi e utilizzare tali risultati per ottenere un fattore di regolazione più favorevole. Attualmente, solo Tesla e Audi utilizzano questa strategia per i loro veicoli elettrici con Tesla che ottiene i risultati più vantaggiosi, con aggiustamenti che vanno dal 29,5% sulla Model 3 Standard Range Plus al 24,4% sulla Model Y Performance. Se Tesla avesse utilizzato il fattore di regolazione standard del 30 percento, l’autonomia dichiarata della Model Y Performance scenderebbe a 292 miglia. Ma poiché Tesla sfrutta la metodologia alternativa dell’EPA, la società può invece dichiarare 315 miglia, ovvero quasi 50 km in più.

Non tutti ci cascano

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Tesla è stata multata all’inizio di quest’anno dalle autorità della Corea del Sud che hanno scoperto che le auto consegnavano solo la metà della loro autonomia pubblicizzata con tempo freddo. Un altro studio recente ha rilevato che tre modelli Tesla erano in media del 26% al di sotto delle loro autonomia pubblicizza.

Negli USA invece, i dati dell’EPA ottenuti da Reuters attraverso il Freedom of Information Act hanno mostrato che gli audit hanno comportato la richiesta a Tesla di abbassare l’autonomia stimata di tutte le auto in media del 3%. L’autonomia prevista per un veicolo, la Model Y Long Range AWD 2021 (trazione integrale), è diminuita del 5,15 %.

L’autonomia dipende dall’utilizzo dell’auto elettrica

tesla supercharger

Come abbiamo scritto in questo articolo, uno dei pregi del motore elettrico è che è in grado di immagazzinare l’energia cinetica rilasciata in fase di frenata.

Da questo punto di vista la guida in città  meglio sfrutta la frenata rigenerativa e quindi l’autonomia è maggiore. Al contrario in autostrada, con poche frenate, l’autonomia peggiora. Ecco perchè diventa importante capire come verrà utilizzata la propria auto elettrica, per poter calcolare la “propria” autonomia reale.

Tornando invece alla questione del “team segreto”, nel momento in cui scriviamo non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte di Tesla o di Elon Musk.

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