L’Unione Europea ha annunciato un nuovo investimento da 1,1 miliardi di dollari per promuovere l’adozione dell’intelligenza artificiale in dieci settori chiave. Tra questi figura anche l’automotive, un ambito strategico sia per l’industria sia per il futuro della mobilità. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato la strategia definendola come un passo necessario per “costruire il futuro dell’IA in Europa”.
L’iniziativa arriva in un momento in cui Stati Uniti e Cina hanno già consolidato la propria posizione nel campo dell’intelligenza artificiale applicata ai trasporti. Alcuni osservatori si chiedono perché Bruxelles intervenga solo ora, ma la realtà è che la risposta europea ha seguito i soliti tempi lunghi legati a dinamiche istituzionali burocratiche, tipiche dell’Unione Europea.
Che cosa prevede il piano Apply AI
La strategia si concentra su dieci settori, tra cui sanità, energia, manifattura e mobilità. L’obiettivo è stimolare l’uso dell’intelligenza artificiale nelle attività produttive, nei servizi pubblici e nella ricerca. Le risorse verranno erogate attraverso programmi già esistenti, come Horizon Europe e il Programma Europa Digitale, con il coinvolgimento di fondi nazionali e investimenti privati.
Per il settore automobilistico, questo significa aprire la strada a nuove collaborazioni tra case produttrici, centri di ricerca e startup europee. Le tecnologie IA potrebbero essere impiegate nella gestione dei sistemi di bordo, nella manutenzione predittiva, nella pianificazione logistica e nello sviluppo di software per la guida automatizzata.
L’automotive europeo davanti a un bivio
Attualmente solo una piccola percentuale delle aziende europee utilizza soluzioni IA su larga scala. L’obiettivo della Commissione è arrivare al 75% di adozione entro il 2030. In ambito automobilistico, ciò comporta un’accelerazione su più fronti: produzione intelligente, automazione della guida e maggiore connessione tra veicoli e infrastrutture.
L’investimento europeo intende offrire strumenti per rimanere competitivi rispetto alle grandi piattaforme tecnologiche straniere, che già operano nel settore con largo anticipo. Il rischio di dipendere da fornitori esterni per software, sensori e capacità di calcolo è concreto, e la Commissione lo riconosce apertamente nel documento di strategia.
I vincoli normativi e il ruolo dell’AI Act
Una parte rilevante del dibattito riguarda la regolamentazione. L’AI Act, approvato di recente, introduce una cornice giuridica per l’uso dell’intelligenza artificiale, con livelli di rischio e obblighi specifici a seconda delle applicazioni. Per l’automotive, le implicazioni sono dirette: ogni funzione che incide sul comportamento del veicolo sarà soggetta a controlli e standard dettagliati.
L’industria europea dovrà quindi integrare l’innovazione con sistemi di verifica, tracciabilità e sicurezza. Le autorità comunitarie intendono garantire che ogni applicazione dell’IA, anche nei trasporti, rispetti criteri etici e sia verificabile in caso di malfunzionamenti.
La crontica lentezza delle istituzioni europee
Molti osservatori sottolineano che l’Unione si sta muovendo in ritardo. Negli Stati Uniti, aziende come Tesla e Waymo sperimentano da anni soluzioni di guida autonoma su strada. In Cina, i colossi tecnologici operano in collaborazione con le amministrazioni locali per testare nuove piattaforme di mobilità.
In Europa, invece, le politiche pubbliche hanno seguito percorsi più frammentati, con interventi nazionali poco coordinati e una forte attenzione agli aspetti normativi. Il piano Apply AI nasce anche per superare queste criticità, creando una rete di soggetti come imprese, enti pubblici ed università, in grado di agire in modo più coeso.
Prospettive per l’industria dell’auto
Se attuato con coerenza, il piano potrebbe offrire al settore automobilistico europeo una base comune per lo sviluppo tecnologico. I principali costruttori potrebbero beneficiare di nuovi incentivi per integrare intelligenza artificiale nei loro processi.
Anche le piccole e medie imprese, che operano nella catena dei fornitori, avranno l’opportunità di accedere a strumenti digitali e piattaforme condivise. Ma saranno fondamentali la rapidità di esecuzione, la chiarezza delle regole e la disponibilità di infrastrutture adeguate.
L’Europa ha deciso di investire sull’intelligenza artificiale con ritardo, come sempre. Ora resta da capire se il settore automobilistico europeo saprà cogliere questa occasione per rafforzare la propria presenza o se è già troppo tardi.
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