Volkswagen ha chiuso il terzo trimestre 2025 con una perdita netta di 1,07 miliardi di euro, la prima registrata dal gruppo in cinque anni. Un risultato dovuto ad una combinazione di fattori penalizzanti: aumento dei dazi all’importazione negli Stati Uniti, rivalutazioni contabili e il ripensamento della strategia elettrica di Porsche, marchio un tempo tra i più redditizi del gruppo.
Secondo il direttore finanziario Arno Antlitz, i risultati sono “molto più deboli rispetto a un anno fa”. Le principali cause sono riconducibili a maggiori dazi doganali, soprattutto negli scambi con gli Stati Uniti, e alla revisione del piano industriale di Porsche, che ha portato a svalutazioni e a costi di ristrutturazione.
Le esportazioni di auto europee verso gli USA sono oggi tassate al 15%, una riduzione rispetto al 27,5% imposto durante l’escalation commerciale, ma ancora ben superiori rispetto al 2,5% precedente. Questi nuovi costi pesano sull’intero gruppo, incidendo per circa 5 miliardi di euro all’anno.
Il momento difficile di Porsche rappresenta una delle principali fonti di pressione per i conti di Volkswagen. Di fronte a una domanda debole per i modelli elettrici sportivi e all’aumento della concorrenza cinese, il marchio ha posticipato la dismissione dei modelli a benzina e rivisto al ribasso gli obiettivi finanziari a medio termine.
Questo ha generato una svalutazione interna del marchio e una revisione delle aspettative di profitto: nel solo mese di settembre, il gruppo aveva già anticipato una perdita straordinaria da 5,1 miliardi di euro sul bilancio consolidato.
Impatto sull’intero gruppo
Il colosso tedesco ha visto il suo utile netto nei primi nove mesi del 2025 crollare del 60%, passando da 8,8 a 3,4 miliardi di euro.
Oltre ai dazi, pesano anche i maggiori costi per l’importazione di componenti negli USA, a causa della necessità di reperire parti al di fuori del continente nordamericano. Un mix di ostacoli che mette alla prova la redditività di un gruppo che resta comunque tra i più grandi dell’industria automobilistica globale.
Antlitz ha sottolineato che, al netto delle voci straordinarie, il margine operativo si sarebbe attestato al 5,4%, un dato ritenuto soddisfacente in un contesto economico difficile. Il clima resta teso e i prossimi mesi saranno decisivi per capire quanto il gruppo riuscirà a recuperare terreno.
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