Un treno rosso della Deutsche Bahn, con la scritta "Sonderzug" sul display frontale, è fermo su un binario accanto a un prato fiorito, in una stazione ferroviaria tedesca.

“Berlino, abbiamo un problema”: in Germania solo il 56% dei treni è puntuale e la Svizzera blocca l’accesso a quelli in ritardo.

Deutsche Bahn in crisi: solo il 56% dei treni tedeschi arriva puntuale. La Svizzera blocca l’accesso ai treni in ritardo. Il ministro Schneider chiede un miglioramento urgente.

Per anni, la Germania è stata celebrata come il simbolo europeo dell’efficienza, il paese dove ogni cosa – dai semafori ai treni – sembrava sincronizzata al secondo. Ma oggi, quel mito si è incrinato. I treni tedeschi non sono più quelli di una volta e le ferrovie della Deutsche Bahn attraversano un momento difficile, segnato da ritardi cronici, interruzioni e una fiducia pubblica in rapido declino.

A luglio 2025, solo il 56% dei convogli ha rispettato l’orario previsto, un dato ben lontano dall’85% di puntualità registrato negli anni Novanta. Una performance considerata imbarazzante per uno dei sistemi ferroviari più estesi e importanti d’Europa.

La Svizzera chiude le porte

A sottolineare il declino, è arrivato anche un gesto senza precedenti dalla Svizzera, celebre per l’affidabilità delle sue ferrovie. Da aprile, le autorità elvetiche hanno vietato ad alcuni treni tedeschi di proseguire oltre la stazione di Basilea, stanche di subire i ritardi generati dalla rete tedesca.

Oggi, i passeggeri diretti verso sud devono trasbordare su convogli elvetici, più puntuali e regolari. Una decisione che ha fatto notizia e ha segnato simbolicamente la perdita di credibilità del trasporto ferroviario tedesco.

Cosa sta andando storto?

Il Ministro dei Trasporti tedesco, Patrick Schneider, ha ammesso la gravità della situazione licenziando il CEO di Deutsche Bahn.  In una recente intervista a ZDF ha dichiarato: “L’affidabilità delle nostre ferrovie dev’essere significativamente migliorata”. E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. Di certo è che questa è una ulteriore conferma del fallimento di una rete che necessita investimenti strutturali e una visione più moderna.

Nel frattempo, i pendolari non risparmiano le critiche, spesso più dirette e meno diplomatiche. Tra piattaforme digitali e gruppi social, si moltiplicano le testimonianze di disagi quotidiani, tra treni soppressi, coincidenze perse e vagoni sovraffollati.

La realtà è che dietro ai ritardi c’è una rete vecchia, infrastrutture che faticano a tenere il passo con la domanda, carenza di personale e una gestione che molti giudicano inefficiente e troppo lenta nel reagire ai problemi. L’altezzosità mascherata da frugalità sbandierata dalla Germania, non era altro che un taglio netto a tutte le spese, ed ora i tutti i nodi vengono al pettine. Come ad esempio l’ambizioso piano di espansione dell’alta velocità che oggi sembra essersi inceppato, lasciando molte tratte regionali prive di risorse.

Il confronto con la precisione elvetica, ma anche con l’alta velocità italiana, è oggi più doloroso che mai. Eppure, paradossalmente, proprio da questa crisi può nascere l’occasione per una profonda riforma del trasporto ferroviario tedesco.

Il treno, in Germania, è ancora il mezzo preferito da milioni di persone. Ma l’efficienza che un tempo ne faceva il fiore all’occhiello del Paese oggi è messa in discussione da fatti, numeri e reazioni pubbliche.

Serve un cambio di passo deciso, non solo per riportare i treni in orario, ma per restituire ai cittadini quella fiducia che, nel tempo, si è lentamente persa. Anche perché, nel cuore dell’Europa, la puntualità non dovrebbe mai essere un lusso.

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