zephir elicottero paracadute

Il primo elicottero con paracadute è italiano e si chiama Zefhir

Come funziona l'elicottero con paracadute Zefhir prodotto in Italia che può salvare vite umane in caso di emergenza.

Un elicottero dotato di paracadute, per poter atterrare in sicurezza anche in situazioni di emergenza. Avevamo visto tempo fa l’atterraggio di un aereo dotato di paracadute in Belgio ma la complessità dell’elicottero impone ben altra progettazione. Realizzato dalla Curti Aerospace spa di Imola, è un capolavoro del design e dell’ingegneria italiana.

Come funziona l’elicottero con il paracadute?

Il funzionamento è semplice: in caso di emergenza c’è un comando che blocca in pochi secondi il rotore principale, fa aprire il paracadute balistico che fa dolcemente scendere a terra l’elicottero salvando la vita degli occupanti e minimizzando i danni alla cabina.

La caratteristiche tecniche

Zephyr Curti
Image: Emanuele Ferretti

Diciamo innanzitutto che lo Zephir è realizzato dalla Curti Costruzioni Meccaniche S.p.A, un’azienda che da oltre 40 anni realizza componenti meccanici per l’industria della difesa e dell’aeronautica. Lo Zefhir monta un propulsore con una potenza massima di 180 kW (241 shp) ma è progettato per fornire una potenza continua costante a 105 kW (141 shp), garantendo sicurezza e prestazioni a tutte le altitudini e temperature.

La struttura del velivolo in fibra di carbonio offre elevata resistenza, peso ridotto, aerodinamica ottimizzata, il più ampio spazio per i bagagli della sua categoria e un aspetto innegabilmente sorprendente.

Come funziona il paracadute

Zephyr Curti
Image: Emanuele Ferretti

Il sistema a paracadute è efficace sin da 150 metri di quota e garantisce una caduta ad una velocità costante di 7,5 m/s.  Per dare un’idea, la caduta non frenata dal paracadute avviente intorno ai 27 m/s. Si tratta di una dotazione di sicurezza aggiuntiva rispetto all’autorotazione, che anche sullo Zefhir è la manovra d’emergenza più efficace e sicura che tra l’altro può essere eseguita con relativa facilità, grazie all’elevata inerzia del rotore.

Tuttavia, in condizioni che non consentono l’esecuzione di questa manovra come il danneggiamento al rotore o ai comandi di volo, panico o inesperienza del pilota, malore, in altri elicotteri non ci sono “piani B”. Nello Zefhir invece ci si può giocare questa importante carta, che garantisce quindi un sostanziale aumento della sicurezza generale del volo.

L’apertura del paracadute è regolata da una precisa procedura riportata dal Manuale di volo, che prevede lo spegnimento del motore, l’azionamento ad incidenza massima della leva del collettivo (azione frenante) ed infine l’azionamento di un’unica leva di emergenza, che, grazie ad un sistema in corso di brevetto, garantisce la simultanea apertura del paracadute balistico e del freno rotore.

Zephyr Curti
Image: Emanuele Ferretti

È importante sottolineare che l’intento del dispositivo è quello di salvaguardare non tanto l’integrità della macchina, quanto l’incolumità dell’equipaggio. La salvaguardia dell’intero elicottero, così come l’eventuale introduzione di sistemi che rendano possibile una direzionalità della caduta, necessiterebbero di una vela molto più ampia o dell’introduzione di più vele, con conseguente impatto molto elevato e non più accettabile sul payload disponibile e sulle prestazioni di volo.

La presenza del paracadute comunque non va ad alterare la curva H/V dell’elicottero (la cosiddetta “curva dell’uomo morto”), lasciando quindi inalterate le condizioni sicure di decollo della macchina, ma va ad aumentare significativamente la sicurezza del volo nei segmenti di efficacia del paracadute balistico.

L’aspetto complesso del sistema paracadute, dal punto di vista progettuale e realizzativo, è il fatto che le strutture a cui il sistema è ancorato subiscono sollecitazioni elevate al momento dell’apertura del paracadute, più elevate di quelle previste dagli standard aeronautici anche in condizioni di emergenza.

Pertanto, è molto difficile se non impossibile applicare un sistema di questo tipo ad elicotteri già progettati, che non tengono quindi conto di questa esigenza più stringente. In aggiunta a questo, anche la messa a punto di un freno che neutralizzi i rischi legati all’attraversamento del rotore da parte del paracadute durante le fasi di apertura, è un aspetto delicato che ci ha richiesto calcoli, simulazioni e test molto accurati.

Le certificazioni

Zephyr Curti
Image: Emanuele Ferretti

Lo Zefhir VDS ha ricevuto dall’Aeroclub d’Italia, primo elicottero a ricevere questa attestazione, la dichiarazione di conformità del dossier tecnico presentato all’allegato tecnico IV del D.P.R. 133 del 2010, che regolamenta il settore ultraleggero in Italia, in accordo alla revisione attuata dal Decreto ministeriale 503 del 2021, che innalza a 600 kg il peso al decollo degli Ultraleggeri in Italia.

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