Baidu e Lyft annunciano una collaborazione che porterà i robotaxi Apollo Go anche in Europa, grazie alla quale si metteranno le basi nell’espansione internazionale della mobilità autonoma. Il lancio è previsto nel 2026, inizialmente in Germania e nel Regno Unito, con l’obiettivo di estendere il servizio a migliaia di veicoli nei principali mercati europei, previa approvazione regolatoria.
Si tratta di un progetto ambizioso, che si affianca alla partnership già avviata da Baidu con Uber per il lancio dei robotaxi in Asia e Medio Oriente.
Apollo Go: una flotta in crescita

Lyft sarà il primo partner europeo a integrare sul proprio servizio i veicoli a guida autonoma di sesta generazione sviluppati da Baidu. La piattaforma Apollo Go, già attiva in 15 città in Cina con oltre 11 milioni di corse completate, punta ora ad affermarsi anche fuori dai confini asiatici. A maggio 2025 la flotta globale aveva raggiunto i 1.000 robotaxi operativi, secondo i dati comunicati da Baidu.
L’ingresso nel mercato europeo si rafforza anche grazie alla recente acquisizione da parte di Lyft di Freenow, una delle più grandi app per taxi del continente, attiva in 9 Paesi e oltre 180 città. Questa operazione raddoppia il mercato potenziale di Lyft, che ora può contare su una rete capace di intercettare oltre 300 miliardi di spostamenti personali all’anno.
Il nuovo accordo con Baidu permette a Lyft di offrire servizi completamente autonomi nelle città europee più avanzate in termini di regolazione e infrastrutture digitali.
I prossimi passi
La tabella di marcia prevede che il debutto operativo dei robotaxi Apollo Go inizi nel 2026, con test e distribuzioni pilota in Germania e Regno Unito. A seconda dei risultati e delle autorizzazioni ottenute, la flotta potrà estendersi progressivamente in tutta Europa.
Il progetto conferma la strategia di Baidu di internazionalizzare la mobilità autonoma, ponendo l’Europa come area prioritaria dopo il lancio previsto nel 2025 in Asia e Medio Oriente grazie alla collaborazione con Uber.
L’accordo con Lyft, integrato con una rete urbana già strutturata come quella di Freenow, potrebbe accelerare sensibilmente l’adozione dei veicoli autonomi nel continente.