Sempre più case automobilistiche adottano batterie LFP nelle auto elettriche. Se per molti il dubbio sulla durata delle batterie è una questione importante, così come quella ambientale relativa alle componenti chimiche usate, ecco che le LFP rappresentano una risposta.
Ma cosa sono esattamente le batterie LFP? Quali benefici offrono e in quali casi possono rappresentare una scelta migliore rispetto ad altre tecnologie?
Le batterie LFP (litio-ferro-fosfato) sono una variante delle batterie agli ioni di litio che utilizzano ferro e fosfato al posto di nichel, cobalto e manganese. Sono conosciute per la loro stabilità chimica e resistenza nel tempo.
Durano più a lungo, sono più sicure (minor rischio di incendio), sopportano meglio il caldo, possono essere caricate più spesso al 100% e hanno costi inferiori rispetto alle batterie NCM.
Sì, le LFP hanno una densità energetica inferiore rispetto ad altre batterie, quindi a parità di peso garantiscono meno chilometri di autonomia. Sono ideali per utilizzo urbano o quotidiano.
Possono superare i 3.000 cicli di ricarica completa, il che si traduce in oltre 300.000 km. In alcuni casi possono durare anche fino a 500.000 km.
Le NCM offrono maggiore autonomia e migliori prestazioni a basse temperature, ma si degradano più rapidamente e sono più costose. Le LFP puntano su durata, sicurezza e stabilità.
No, funzionano meno bene in inverno o sotto lo zero. In quelle condizioni la ricarica può rallentare e l’autonomia ridursi sensibilmente, a meno che il veicolo non abbia sistemi di precondizionamento.
Tesla utilizza LFP per le versioni base di Model 3 e Model Y. BYD ha sviluppato la propria Blade Battery basata su tecnologia LFP. Anche MG, Renault, Fiat e altri brand hanno iniziato ad adottarle in alcuni modelli.
Sì, sono tra le più sicure in commercio. Sono molto più stabili termicamente, con ridottissimo rischio di incendi o cortocircuiti anche in caso di incidente.
Sì, al contrario delle NCM, le LFP non soffrono una ricarica frequente fino al 100%. Anzi, è spesso raccomandato farlo per massimizzarne l’autonomia.
Dipende dalla potenza del caricatore, ma generalmente i tempi sono comparabili alle batterie NCM. Alcuni modelli con batterie LFP supportano ricarica rapida fino a 100-150 kW.
Sì, non utilizzando nichel e cobalto risultano più semplici da produrre e meno impattanti per l’ambiente. Inoltre, la loro lunga durata ne riduce il ricambio.
Di solito è indicato nelle specifiche tecniche del veicolo o nel manuale. In alternativa, alcuni brand lo dichiarano pubblicamente sul sito ufficiale o nella scheda prodotto.
Oggi le LFP sono utilizzate soprattutto su utilitarie e SUV compatti, ma alcuni marchi stanno progettando l’impiego anche su modelli più grandi, grazie a nuove tecnologie cell-to-pack che migliorano la densità.
Autonomia ridotta rispetto ad altre chimiche, bassa efficienza in climi freddi, dimensioni maggiori per accumulare la stessa energia. Tuttavia, stanno migliorando rapidamente.
Sì. Produttori come CATL e BYD stanno sviluppando celle LFP sempre più dense e più efficienti, con tecnologie che aumentano l’autonomia e ne migliorano le prestazioni a basse temperature.
Non perderti le ultime notizie e condividi opinioni ed esperienze commentando i nostri articoli:
• Iscriviti ai nostri canali Telegram e Whatsapp per gli aggiornamenti gratuiti.
• Siamo su Mastodon, il social network libero da pubblicità e attento alla privacy.
• Se preferisci, ci trovi su Google News, su Flipboard, ma anche su Facebook e Pinterest!