Si era presentato in municipio per sposarsi, ma lo scenario che si è aperto dopo la cerimonia rischia di allontanarsi molto da un idillio coniugale. In provincia di Bergamo, un trentenne di origine marocchina, privo di patente e alla guida di un’auto non assicurata, ha attirato l’attenzione delle autorità locali per una vicenda che oggi assume contorni ben più gravi.
Il giorno del matrimonio, celebrato nelle scorse settimane con una cittadina italiana, la coppia arriva in ritardo e decide di parcheggiare il veicolo in divieto di sosta proprio davanti all’ingresso del Comune, senza alcuna autorizzazione. Alle rimostranze degli operatori, lo sposo si lamenta ma sposta l’auto. Il gesto, inizialmente sottovalutato, si rivela il primo tassello di una catena di irregolarità.
Qualche giorno dopo, la stessa vettura transita davanti a un lettore targhe installato su un’auto della polizia locale impegnata in controlli sul territorio. Il sistema segnala la mancanza di copertura assicurativa, e gli agenti fermano il mezzo. Alla guida c’è ancora lo sposo, con la moglie accanto.
Alla richiesta dei documenti, l’uomo mostra solo una fotocopia della patente, affermando di aver perso l’originale. Ma i controlli rivelano che non ha mai conseguito la patente, né in Italia né in Marocco. L’auto viene quindi sequestrata e affidata in custodia alla moglie, essendo l’uomo privo di una residenza regolare sul territorio nazionale. La sanzione è salata: 5.100 euro di multa solo per la guida senza patente.
La vicenda però non si ferma qui. Gli accertamenti disposti dal comando della polizia locale portano alla luce precedenti violazioni dello stesso tipo a carico dell’uomo. Le autorità scoprono inoltre che si tratta di una persona irregolare sul territorio italiano, e il caso passa da amministrativo a penale.
Nel frattempo, il protagonista sparisce. La moglie, convocata in comando, dichiara di non sapere dove si trovi. Un comportamento che fa suscitare dubbi sull’autenticità del matrimonio, ipotizzando un eventuale utilizzo della cerimonia per ottenere la cittadinanza italiana. Ora sarà compito delle autorità accertare la reale natura del rapporto e stabilire eventuali responsabilità penali.
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