centrale solare

Secondo la UE troppe rinnovabili metteranno in crisi la Spagna

La UE bacchetta la Spagna per troppa energia rinnovabile, eppure la soluzione dei problemi è nota da anni.

La Spagna corre dritto verso le rinnovabili, ma alla UE lanciano l’allarme. Si, perchè a quanto pare l’aumento rapido di energia solare ed eolica rischia di sovraccaricare la capacità della rete elettrica.

Quindi, da una parte a Bruxelles ci dicono che dobbiamo passare all’elettrico, dall’altra dicono di andarci piano. In questa serie di messaggi confusi e contrastanti, c’è il fatto che secondo El Pais, la UE punta il dito sulla necessità di maggiori investimenti nelle infrastrutture di rete e nello stoccaggio dell’energia per integrare in modo più efficiente l’elettricità proveniente da fonti rinnovabili.

Il motivo è chiaro, solare e fotovoltaico producono energia in particolari momenti della giornata, e non sempre si conciliano con i consumi. Avevamo visto tempo fa come i venti notturni in Texas provocano un sovraccarico nella rete, tanto che Tesla è riuscita a strappare con convenientissimo contratto a forfait per i propri clienti. 30 dollari al mese e potete ricaricare quanto volete, di notte. Mica male, vero?

La UE vuole quindi che gli spagnoli, sviluppino ulteriori infrastrutture, inclusa un’interconnessione elettrica potenziata con la Francia. Numeri interessanti, quelli della Penisola Iberica, che arriveranno a breve ad una capacità di 67 gigawatt di energia eolica e 35 gigawatt di energia fotovoltaica.

La soluzione c’è ed è il battery swapping

Shell NIO battery swap

Non ci stancheremo mai di dirlo, ma la soluzione di molti problemi è una ed è davanti agli occhi di tutti. Si chiama battery swap, in italiano scambio batterie per le auto elettriche. Per gli automobilisti sarebbe ottimale: si va alla stazione di rifornimento, ed in un minuto un sistema completamente automatico cambia la batteria dell’auto elettrica con una completamente carica. Addio colonnine, cavi di ricarica, posti occupati da abusivi e ricariche che durano un’eternità.

Il bello è che il sistema esiste, era stato sperimentato una decina di anni fa da Renault, poi sviluppato e messo in funzione in Cina per poi tornare in Europa. Ovviamente presuppone formati comuni per le batterie così come il loro accesso rapido.

Dal punto di vista della rete, la gestione automatica di una stazione di ricarica da 200 batterie, al momento la dimensione standard dell’impianto, permetterebbe l’assorbimento di energia proprio nei momenti di picco di produzione. Proprio la soluzione di stoccaggio richiesta da Bruxelles. Una situazione win-win per tutti.

Tutti tranne per la UE, ovviamente, che insiste a buttare miliardi di euro per progetti di milioni di colonnine disseminate sul territorio, pur sapendo che non saranno mai abbastanza.

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