10 moto che hanno cambiato il mondo

Le 10 moto che hanno cambiato il motociclismo per sempre

Vediamo se indovinate quali sono le moto che hanno segnato una indelebile innovazione nel mondo delle due ruote!

Oggi andiamo a vedere quali sono state le 10 moto che hanno cambiato il mondo, perché per una volta non vogliamo parlare necessariamente delle migliori in assoluto. Le moto che hanno cambiato il modo di vedere la moto non sono infatti necessariamente le più veloci o le più potenti, ma rappresentano una pietra miliare nella storia del motociclismo.

 

10 moto che hanno cambiato il mondo

Si tratta di modelli che sono diventate autentiche icone di passione motociclistica, che nel tempo sono diventati miti assoluti. Scoprite quali sono insieme a noi. E se proprio pensate che ne manchi qualcuna… scrivetelo nei commenti.

Yamaha DT-1

Ebbene si, prima del 1968 le moto da fuoristrada erano più o meno moto da strada con il manubrio largo e le ruote tassellate. Ecco perchè questa Yamaha entra di diritto nelle 10 moto che hanno cambiato il mondo.

yamaha dt-1

Quando arrivò la Yahama DT-1, negli Stati Uniti fece subito faville. In Europa meno, perchè il mercato era più tradizionalista e, in particolare in Italia, super affollato. Linee semplici e leggere, motore monocilindrico e gomme davvero grosse per l’epoca. La capacità di muoversi su qualsiasi terreno fu un grande biglietto da visita, tant’è che le 12.000 unità, ottimisticamente previste per il commercio americano, vennero esaurite in poco tempo.

 

Honda CB750 Four

Quando la Honda CB750 Four si affacciò sul mercato, gli altri produttori usavano motori di vecchia concezione, che un giorno funzionavano e l’altro no. La CB-four fu una ventata di novità nel panorama motociclistico, poteva contare su un motore potente da 4 grossi cilindri da 69 cv, che la lanciava a 200 km/h: un record nel 1968.

honda cb 750 four

Non solo: grande novità, questa Honda era davvero affidabile. Certo, esistevano i 4 cilindri così come esistevano moto dalle alte prestazioni, ma nessuna prima di lei poteva a conciliare le due cose, senza lasciare chiazze di olio nel garage un giorno si e l’altro pure.

 

Kawasaki Z900

E’ il 1972, a Sanremo vince Nicola Di Bari con “I giorni dell’arcobaleno”, le superpotenze Usa e URSS litigano su tutto ma c’è un’altra sfida tra super potenze, tutta giapponese. Kawasaki arriva sul mercato con progetto che vede un bel 4 in linea raffreddato ad aria, come aveva fatto Honda con la CB750 Four tre anni prima.

Kawasaki Z900

Qui però ci sono ben 900 cc ed una potenza di ben 82 cv, rendendo il motore sovradimensionato per la ciclistica del tempo: ed ecco a voi la Kawasaki Z900. Pare che la velocità massima reale fosse di 212 km/h, ben superiore a quella dichiarata di 200 km/h, e per questo la includiamo nelle 10 moto che hanno cambiato il mondo.

Una vera e propria bestia indomabile, che solo in pochi sapevano come renderla docile: è questo il segreto del suo successo.

 

Honda Goldwing

Prima della Goldwing non esisteva la moto “da viaggio”. Era il 1975 quando in Giappone decisero che era ora di costruire una due ruote per le lunghe distanze, senza avere la necessità di fermarsi ogni volta per sgranchirsi, raffreddare la moto, o fare benzina perchè l’autonomia era scarsa.

honda goldwing 1975

Grazie al suo motore 4 cilindri boxer ed al raffreddamento a liquido, ma anche al serbatoio enorme ed alla sella super comfort, si potevano percorrere centinaia di chilometri senza fermarsi mai.

Et voilà, ecco arrivare sul mercato la prima grand tourer fimata Honda. All’inizio erano poche le personalizzazioni: il catalogo ufficiale Honda non prevedeva borse, bauli o poggiaschiena. Arrivarono più tardi, decretando il successo assoluto.

 

Bmw R80G/S

Era il 1980, la Parigi Dakar era agli esordi ma BMW aveva già intuito la potenzialità della moto da fuoristrada, comoda anche sulle strade di tutti i giorni. Il design non era all’avanguardia, ma il concetto era qualcosa di completamente nuovo, inventando di fatto una nuova categoria.

Bmw R80GS

Gli elementi tipici da fuoristrada come le ruote, le sospensioni alte ed il parafango alto venivano combinate con altre prese dalla tradizione touring come la sella comoda, la posizione di guida e la possibilità di montare borse. Veniva poi montato un affidabilissimo un bicilindrico boxer raffreddato ad aria da 50 cavalli.

Era quanto bastava per divertirsi e magari andare a fare un giretto sugli sterrati, immaginando di essere Hubert Auriol, vincitore della Parigi Dakar 1918 proprio su questa BMW.

 

Suzuki GSX-R 750

Arrivò come un fulmine a ciel sereno a scioccare il mercato di metà anni 80. La Suzuki GSX-R 750, si proponeva come la prima moto stradale derivata dalle corse.

suzuki gsxr 750

La sua componentistica vedeva un telaio in alluminio, ruote da 18 pollici, doppio freno a disco e pinze a quattro pistoncini: tecnologie allora riservata solo alla pista. Sotto le carene pulsava un 4 cilindri in linea raffreddato ad olio da ben 100cv.

Dopo di lei, le replica iniziarono a comparire in tutti i listini. A differenza di altri modelli, questa Suzuki è sopravvissuta alle mode arrivando ai nostri giorni sempre nuova, sempre più performante.

 

Honda NS 125 F

La Honda NS 125 F nel 1984 con i suoi 25 CV all’albero a 9.250 giri e la sua velocità massima di 140 km/h è stata la capostipite dei 125 super sportivi degli anni ’80.

Honda NS 125 F 1986

Faceva innamorare tutti i ragazzini con il look fortemente ispirato a quello della NS 500 da Motomondiale, soprattutto nella colorazione bianco/blu, che arrivò nell’86. Un’altra delle 10 moto che hanno cambiato il mondo. Se ne volete sapere di più, questo è il post completissimo che le abbiamo dedicato.

 

Honda CBR 900RR Fireblade

Fino primi anni ’90 le supersportive non superavano i 750cc. Le cilindrate più alte erano destinate alle grand tourer, almeno fino a quando non comparve la Honda CBR 900RR Fireblade.

Honda CBR 900RR Fireblade

Lasciò tutti di stucco presentandosi come una moto road-racing da ben 900cc, ma con pesi e dimensioni del tutto simili alle rivali dirette che avevano però 150cc in meno. 124 cv e velocità massima di 285 km/h: un razzo su due ruote ed un’altra tra le 10 moto che hanno cambiato il mondo.

Riferimento nella categoria sia in Europa sia negli Usa, diventando in breve tempo sinonimo di adrenalina pura.  Soluzioni tecniche al top con la tipica garanzia Honda di affidabilità e qualità costruttiva.

 

Suzuki GSX-R 1300 Hayabusa

Sul finire del secondo millennio arriva un’altra Suzuki GSX, ma questa è decisamente diversa dalle altre. La Suzuki GSX-R 1300 Hayabusa è nata nel 1999 con il “semplice” obiettivo di andare più veloce di tutti. Il motore da 1300cc fu progettato per avere un allungo stratosferico. Il peso e quell’estetica un po’ goffa serviva per stabilizzare la moto a velocità superiori ai 300 km/h.

Suzuki GSX-R 1300 Hayabusa 1999

La potenza di questa Suzuki è praticamente impossibile da sfruttare su strada, e forse neanche su pista, a meno di essere piloti professionisti. E’ conosciuta pure per essere una gran mangiatrice di pneumatici posteriori e di catene di trasmissione: immaginate il perchè. Si tratta del prezzo da pagare per avere una moto capace di portarvi oltre il muro dei 300 all’ora.

 

Ducati 916

Quando il progetto di Massimo Tamburini venne svelato al Salone a Milano nel 1993 registrò il successo immediato. Il design Ducati era almeno 10 anni avanti alla concorrenza, facendo da precursore a nuove tendenze stilistiche, che la porta direttamente tra le 10 moto che hanno cambiato il mondo.

Ducati 916

E’ la bicilindrica che aveva come obiettivo sfidare le 4 cilindri sul fronte delle alte prestazioni. Il motore era appunto un bicilindrico a L di 90° raffreddato a liquido, il cui punto forte era l’elevata coppia che i vari plurifrazionati non potevano pareggiare. Piacere di guida, rapidità di inserimento in curva e manovrabilità erano eccellenti.

Le successive versioni 996 e 998 avevano la stessa estetica e architettura di base, e ad ogni evoluzione venivano migliorate le qualità. Un vero mito.

Cagiva Mito SP525

No, la Cagiva Mito SP525 non ha cambiato il mondo. Erede della Cagiva Mito sogno dei sedicenni degli anni ’90, è invece il canto del cigno delle 125 supersportive che oggi non esistono definitivamente più.

Cagiva Mito SP525

Bella, bellissima nella suo design e livrea ispirate alla C594 guidata da John Kocinski nella  stagione 1994 con il numero 11. Prodotta fino al 2012, montava un monocilindrico a due tempi da 32 cavalli che spingeva la Mito ad una velocità reale superiore a 150 km/h.

Ci avete accompagnato in questa carrellata, perché non provate a dare un occhio anche alle 10 auto più costose del mondo? Oppure, se preferite, indicateci la moto che secondo voi dovrebbe far parte di questo elenco, segnalando la vostra scelta nei commenti!

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