Anche Toyota colpita dalla crisi dei seminconduttori taglia la produzione del 40%

Gianluca Pezzi
20/08/2021

Anche Toyota colpita dalla crisi dei seminconduttori taglia la produzione del 40%
TOYOTA, JAPAN - DECEMBER 2: Employees of Toyota Motor Corporation work during the assembly process at the company's Takaoka Plant on December 2, 2005 in Toyota, Aichi Prefecture, Japan. 640,000 passenger cars were produced at Takaoka Plant in 2004. (Photo by Junko Kimura/Getty Images)

Prosegue la grande crisi dei semiconduttori che sta attanagliando più o meno tutte le case automobilistiche. A febbraio avevamo parlato del caso di GM che crollava in borsa, poi di tutti i problemi causati alle compagnie di autonoleggio, ma anche dell’assurdo caso, sempre negli USA, di auto usate che costano più di quando erano nuove. Se è vero che il problema ha messo in evidenza che la priorità sono i computer e non le auto, è anche vero che al momento non ci sono soluzioni.

Anche Toyota cede, e si trova costretta a tagliare a settembre la produzione in Giappone del 40%, proprio a causa della carenza di semiconduttori, evidenziando come la scarsità sta colpendo anche le aziende che venivano ritenute preparate al peggio. Insieme a Toyota anche Ford e GM si trovano costrette a fermare la produzione, anche per colpa di problemi produttivi causati in Asia dal coronavirus.

Stabilimento Toyota

Certo, parte del problema è nato da previsioni errate sulla ripartenza da parte delle case automobilistiche, avvenuta in anticipo rispetto a quanto si pensava. Va detto anche che, considerando il fermo totale dello scorso anno, era difficile pensare che qualcuno sarebbe andato a scommettere, perchè di scommessa si tratta, su una ripresa rapida. E’ prevalsa la prudenza, che però in questo caso si è rivelata un’arma a doppio taglio: ripresa lenta e contratti sul lungo periodo hanno lasciato liberi i produttori di semiconduttori di rivolgersi agli assemblatori di computer ed accessori.

La questione è seria, tanto da far sospendere la produzione di Rav4, Corolla, Camry e Lexus ES dal primo al diciassette settembre. Una chiusura degli stabilimenti che ovviamente coinvolge anche tutti gli altri fornitori di parti di automobili, ma anche quelli dei servizi per le fabbriche e per i lavoratori. A livello di numeri, si stima che usciranno dalle linee di produzione dalle 60 alle 90.000 unità in meno in Giappone, e circa 80.000 in meno in Nord America.

Vedremo nelle prossime settimane se altri gruppi automobilistici saranno coinvolti nella crisi, o viceversa se qualcuno avrà trovato una soluzione definitiva.

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