La corsa all’elettrificazione segna una battuta d’arresto. General Motors e Volkswagen hanno annunciato una revisione dei propri piani strategici nel settore delle auto elettriche, motivata da una domanda in calo, modifiche ai regimi fiscali e mutamenti nei contesti geopolitici.
GM: addio al van BrightDrop, chiude lo stabilimento in Canada
GM ha registrato una perdita straordinaria di 1,6 miliardi di dollari nel terzo trimestre 2025, legata al ridimensionamento del piano EV. Il cambio di rotta arriva in seguito alla scadenza del credito fiscale federale da 7.500 dollari negli Stati Uniti, che ha rallentato l’adozione di veicoli elettrici da parte dei consumatori.
La CEO Mary Barra ha spiegato che la decisione riflette un adattamento alla nuova realtà di mercato. Tra le azioni più concrete figura la fine della produzione del van elettrico BrightDrop e la chiusura dello stabilimento CAMI in Ontario. L’attenzione si sposta ora su modelli EV più consolidati come Chevrolet Equinox ed Escalade IQ, ma anche su un ritorno parziale ai motori a combustione, per mantenere flessibilità operativa.
Volkswagen: ritardi, perdite e riduzione di 50.000 posti
Anche Volkswagen ha annunciato una perdita di 5,1 miliardi di euro a seguito della ristrutturazione del proprio piano elettrico. Le nuove proiezioni sulle vendite EV sono state ridimensionate drasticamente: 3 milioni di veicoli annui in Europa e meno di 2,5 milioni negli Stati Uniti entro il 2026, contro i 5 e 4 milioni previsti inizialmente.
Il gruppo tedesco ha avviato un piano di riduzione del personale che coinvolge oltre 35.000 dipendenti, in gran parte in Europa, e ridurrà la capacità produttiva di circa un milione di veicoli. Inoltre, alcuni modelli chiave come Porsche K1 verranno lanciati in versione ibrida o termica, con tempistiche posticipate di diversi anni. VW punterà ora su modelli più accessibili come ID Polo e ID Cross, migliorando integrazione verticale e strategie di contenimento dei costi.
Entrambe le case automobilistiche mantengono formalmente l’impegno a lungo termine verso la mobilità elettrica, ma riconoscono che il momento attuale impone scelte più prudenti. Le difficoltà non derivano solo dalle dinamiche interne, ma anche dalla sottovalutazione della concorrenza cinese oggi in crescita, l’aumento dei dazi statunitensi e il rallentamento della domanda interna in Europa e America.
L’industria automobilistica deve affrontare una fase di transizione meno lineare del previsto, con consumatori ancora esitanti, politiche pubbliche in evoluzione e margini compressi dalla corsa ai volumi. Secondo numerosi analisti, uno dei fattori determinanti sarà la politica degli incentivi. La fine degli sconti fiscali negli USA e i programmi frammentati in Europa hanno creato incertezza tra produttori e consumatori. Per rilanciare le vendite, è necessario un quadro stabile, accessibile e coordinato a livello internazionale.
I dati confermano che l’interesse per le auto elettriche resta alto, ma l’acquisto è spesso condizionato da prezzi elevati, tempi di ricarica, infrastrutture incomplete e dubbi sulla durata delle batterie.
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